Cultura

Iraq: oggi riunione dell’opposizione. Coordina Jay Garner, chi è?

Nel dopo Saddam c'è Jay Garner. Amico di Rumsfeld, legato a Israele, conosciuto dai Curdi, avrà il compito di guidare il governo di transizione

di Paul Ricard

Dopo aver dichiarato che le battaglie in Iraq sono finite, gli americani organizzano oggi la prima riunione dell’opposizione in Iraq. Rappresentanti dei gruppi di esiliati vengono portati in una base aerea presso la citta’ di Nasiriya, nel sud dell’Iraq per incontrare capi tribu’ e leader religiosi. Si tratta del primo passo formale verso l’istituzione di un nuovo governo nell’Iraq post Saddam Hussein, ma la strada da percorrere e’ ancora lunga. Gli americani affermano che l’incontro e’ il primo di una lunga serie e che vi sara’ un ampio dibattito prima di cominciare a dare forma ad un’autorita’ ad interim. Per il momento oggi spicca l’assenza del principale gruppo sciita d’opposizione, il Supremo Consiglio della Rivoluzione Islamica in Iraq (Sciri), mentre Ahmed Chalabi, leader dell’Iraqi National Congress, fortemente sostenuto dal Pentagono, ha preferito mandare un suo rappresentante. L’incontro, al quale sono stati invitati 70-80 esponenti iracheni, e’ presieduto dall’inviato americano Zalmay Khalilzad, che svolse un ruolo simile in Afghanistan. Vi partecipa anche il generale a riposo Jay Garner, che guidera’ l’amministrazione nell’immediato dopo guerra. Ma chi è Jay Grner? Ex generale dell’esercito americano Jay Garner imprenditore nel settore dei sistemi guida per missili, gli stessi utilizzati anche nella guerra in corso in Iraq, con forti legami con Israele e vecchio amico del segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld. Si appresta ad assumere la guida dell’Iraq del dopo Saddam. Alla guida del nuovo Ufficio del Pentagono per la Ricostruzione e l’Assistenza Umanitaria, Garner ha istituito il suo quartier generale all’Hilton di Kuwait City. Conosce bene il terreno ed è conosciuto nella regione, dato che nel 1991 era a capo dell’operazione ”Provide Comfort”: al termine della prima guerra del Golfo, l’ex generale riportò l’ordine nell’Iraq settentrionale, dopo aver respinto le forze irachene dal Kuwait. Garner è attualmente impegnato in una serie di colloqui sul dopo Saddam, che vanno dal futuro ruolo delle Nazioni Unite nel paese ai salari dei portuali di Umm Qasr e dei lavoratori del giacimento di Rumalia, che riprenderanno presto il loro lavoro. Ben visto dai curdi, grati per l’opera svolta al termine della prima guerra del Golfo, Garner è criticato invece dai gruppi arabi, che mettono in dubbio la sua capacità di governare l’Iraq, anche se si tratta di pochi mesi, dopo che l’amministrazione Bush ha detto esplicitamente di voler usare l’Iraq come piattaforma ideologica per lanciare la propria visione di democratizzazione del Medio Oriente. Il futuro capo della nuova amministrazione irachena è stato criticato anche per essere andato nel 1998 in Israele in qualità di ospite dell’Istituto ebraico per gli Affari della Sicurezza Nazionale, e per aver firmato nel 2000, insieme ad oltre 40 ufficiali dell’esercito Usa in pensione, una dichiarazione che apprezzava ”la notevole moderazione” da parte di Israele nei confronti dei palestinesi. Critiche non sono mancate anche a causa dei suoi interessi commerciali. Al termine della sua carriera militare culminata con l’incarico di assistente del vice capo di stato maggiore dell’esercito, Garner è diventato presidente della ”SY Tecnology”, un’azienda californiana specilizzata in sistemi di difesa missilistica, che lo scorso anno è stata acquistata, per 48 milioni di dollari, dalla L-3 Communications, la decima più grande fornitrice della difesa americana. Ed è stato proprio su invito del suo amico Rumsfeld che Garner ha deciso di gestire la nuova amministrazione irachena. Per il periodo di transizione in Iraq, appare ormai certo che ci si rifarà al modello ottomano di dividere il Paese in tre regioni amministrative. L’uso delle ”istituzioni esistenti” sarà una delle difficoltà maggiori per Garner, dato che il partito Baath ha estensioni ovunque, anche nelle amministrazioni più piccole del paese. Secondo quanto riferito da fonti a lui vicine, l’ex generale, che compie oggi 65 anni, avrebbe intenzione di lasciare l’Iraq entro pochi mesi.


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