Mondo

Iraq: 1500 italiani, ecco il piano del Governo

Dovrebbero partecipare, oltre ai carabinieri, anche militari dell'Esercito (bersaglieri soprattutto), della Marina dell'Aeronautica ed elementi dei corpi speciali

di Redazione

Dovrebbe essere un contingente militare molto articolato quello che il governo italiano propone al Parlamento di inviare in Iraq per contribuire alle operazioni di assistenza alla popolazione civile, di controllo dell’ordine pubblico, di concorso nello sminamento, di trasporto degli aiuti umanitari. Domani il ministro degli Esteri Franco Frattini riferira’ alle Camere, ed e’ in corso da giorni il lavoro degli stati maggiori. Dovrebbero partecipare, oltre ai carabinieri, anche militari dell’Esercito (bersaglieri soprattutto), della Marina (con una nave da trasporto), dell’Aeronautica (con aerei G-222 e C-130) ed elementi dei corpi speciali (Gis dei Cc, Col Moschin dell’Esercito, incursori del Comsubin della Marina). Ecco un quadro del possibile contingente militare italiano. Sembra definito il numero dei militari che partiranno, circa 1.500 (500 carabinieri e un migliaio di militari delle altre forze armate), che si andranno ad aggiungere agli 8.500 militari italiani che, in questo momento, svolgono nel mondo missioni di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, della Nato o dell’Unione europea. CARABINIERI – Il grosso del contingente dovrebbe essere costituito da 400-500 carabinieri della seconda divisione mobile, con sede a Livorno. Tra questi i militari del Reggimento paracadutisti Tuscania che, da quando l’Arma e’ diventata forza armata autonoma, non fa piu’ parte della brigata Folgore dell’Esercito. Personale arrivera’ anche da altri reparti della stessa divisione, che potrebbero essere quelli con sede a Laives (Bolzano) e Gorizia. BERSAGLIERI – Altre truppe di terra potrebbero essere poi costituite dai bersaglieri della brigata ‘Garibaldi’, che originariamente dovevano essere impiegati in Kosovo e che ora invece, grazie all’addestramento specifico ricevuto, potrebbero essere dirottati sull’Iraq. Una decisione dovuta anche al fatto che l’impegno italiano in ‘proiezione esterna’ e’ considerato aver raggiunto ormai i livelli massimi sostenibili. Nuove missioni all’estero possono essere dunque realizzate solo ‘rimodulando’ la presenza nei Balcani. AERONAUTICA – Dovrebbe contribuire con aerei da trasporto C-130 e, forse, G-222 alla realizzazione di un ponte aereo umanitario e logistico per l’assistenza alla missione e alla popolazione civile, come e’ gia’ avvenuto in precedenza in Bosnia, in Kosovo e in Afghanistan. MARINA – Fornirebbe una nave da trasporto di supporto logistico e sanitario. Potrebbe essere il San Giusto o il San Marco, gia’ impiegat in in precedenti missioni all’estero. CORPI SPECIALI – Dai Carabinieri dovrebbero arrivare i Gis, con il compito di garantire la sicurezza. E’ possibile l’impiego di corpi speciali anche dalle altre forze armate, come gli incursori subacquei della Marina del Comsubin (Comando Subacqueo Incursori) con sede a La Spezia. E i paracadutisti dell’Esercito del Col Moschin e della Folgore. SMINATORI E LOTTA NBC – Un ruolo fondamentale sara’ svolto dagli sminatori del Genio, specialisti nell’attivita’ di bonifica degli ordigni esplosivi (boe). Del contingente dovrebbero far parte anche gli specialisti delle trasmissioni del Reggimento ‘Leonessa’. Potrebbero essere impiegati anche gli esperti in contromisure Nbc (la minaccia nucleare, biologica e chimica) del reggimento ‘Cremona’, con sede a Civitavecchia, gia’ inviati anche in Afghanistan.


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