Non profit

Vita indipendente, una legge poco applicata

La legge che favorisce la vita indipendente dei diversamente abili é uscita nel 1998 ma é stata scarsamente considerata ed applicata.

di Franco Bomprezzi

Si parla sempre di legge quadro, servizi alla famiglia e alla persona, ma che fine ha fatto la legge sulla ?vita indipendente?? Non è mai stata abrogata. Doveva servire a finanziare progetti individualizzati per le persone con grave disabilità motoria. Elisa, Bergamo
Effettivamente questa legge, che è la n. 162/98, in base alla quale è stato possibile dar vita alle Conferenze nazionali sull?handicap, risale a pochi anni fa. È stata poco considerata, e scarsamente applicata, perché cozza contro l?abitudine delle burocrazie di accentrare i servizi e di utilizzare i fondi (sempre scarsi) per coprire le spese correnti invece di sperimentare vie nuove per garantire i servizi veramente essenziali alla persona. Trattandosi di una legge che già all?origine non aveva grandi stanziamenti e richiedeva molta conoscenza e cultura nuova della disabilità, è vissuta di episodi e dell?impegno paziente e tenace di gruppi (in particolare Uildm ed Enil Italia) e di singoli, che in Italia cercano di diffondere la cultura della ?vita indipendente? che non è sinonimo di autonomia, o di distacco dalla famiglia, ma significa ?assistenza personale autogestita?, che permette di vivere a casa propria senza gravare completamente sulla famiglia e di organizzare la propria vita come fanno le persone senza disabilità. In pratica i fondi bene utilizzati di questa legge permetterebbero a singole persone con disabilità di diventare ?datori di lavoro?, organizzando un piano personalizzato di assistenza, concordando gli orari, le modalità, gli scopi: rovesciando la logica attuale. Non è l?unica soluzione possibile, ma è una scelta importante, decisiva, in moltissimi casi. Qualche segnale di schiarita sta arrivando dal Veneto e dal Piemonte, dove leggi regionali in via di approvazione sembrano voler rilanciare la sostanza della legge 162/98. Per saperne di più consiglio di rivolgersi a un grande esperto e appassionato sostenitore (prova vivente che è possibile vivere una vita indipendente), Gianni Pellis, promotore dell?associazione Consequor per la vita indipendente (email: gpellis@to.alespazio.it
Per scrivere a Franco Bomprezzi: redazione@vita.it

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