Mondo

Messico. E Bush umilia il suo povero vicino

La presidenza del Consiglio di sicurezza Onu si sta trasformando in una iattura per il Messico. Perché vogliono far pagare a Fox un prezzo salato.

di Paolo Manzo

Il Messico di Vicente Fox Quesada ha assunto la presidenza in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite tramite il suo delegato, Adolfo Aguilar Zinser. Di per sé sarebbe un motivo d?orgoglio per il Paese latinoamericano anche se, adesso che l?Onu potrebbe ricoprire un qualche ruolo nella fase di ricostruzione in Iraq, la presidenza al Palazzo di Vetro rischia di trasformarsi in una ?via crucis? diplomatico-politica. La pressione umanitaria Il Consiglio di sicurezza, infatti, è l?organo esecutivo che delibera in materia di aiuti umanitari (oil for food, eventuale amministrazione Onu in Iraq, piani di ricostruzione ecc) e, data la posizione contraria di Fox alla guerra, Washington vuole assicurarsi che Adolfo Aguilar Zinser appoggi i piani di ricostruzione post bellica di Bush, che non prevedono un coinvolgimento del Palazzo di Vetro se non a livello tecnico. E, per chiarire bene quale ?responsabilità? comporti l?essere presidente di turno del Consiglio di sicurezza, il Dipartimento di Stato Usa, nel suo rapporto annuale sul rispetto dei diritti umani nel mondo, ha lanciato un duro attacco al Messico. Una relazione che ogni dodici mesi gli States pubblicizzano molto, e che si occupa dell?intero pianeta (Usa esclusi, naturalmente). Bene: sul Messico, oggi, Washington è assai più duro che in passato. Corruzione nelle carceri, traffico illegale di esseri umani, detenzioni arbitrarie, la tortura come strumento per estorcere informazioni ai detenuti, uso illecito di manodopera infantile. Il Dipartimento di Stato Usa elenca una serie di atrocità che, sicuramente e purtroppo, accadono in Messico, davanti all?indolenza e alla complicità (in alcuni casi) delle autorità federali, statali e municipali. Ma che, di certo, accadevano pure lo scorso anno anche se, non si sa come né perché, dodici mesi fa non erano state sottolineate con altrettanta puntigliosità da Washington. Il dubbio che tale documento, durissimo nei confronti del Messico, sia stato redatto per esercitare pressioni sul presidente Fox affinché appiattisca la sua posizione su quelle Usa in tema di ricostruzione dell?Iraq, è fondatissimo. Soprattutto se si consulta il report alle voci Turchia, Pakistan e Arabia Saudita. Tre Paesi alleati, indispensabili per i piani geopolitici di Bush e le cui violazioni dei diritti umani sono minimizzate in maniera anomala. Un colpo duro, soprattutto per Fox, da sempre impegnato in tema di diritti umani. La pressione socio-economica Ma le pressioni di Washington sul Paese confinante non si sono limitate ai diritti umani: il governo statunitense ha infatti annunciato che “i messicani che risiedono irregolarmente negli Usa dovranno vedersela d?ora innanzi con gli agenti dell?Fbi, e non più con l?Agenzia per l?immigrazione”. Una nuova strategia che nasconde un salto di qualità perché trasforma l?immigrazione clandestina da atto illecito in atto criminoso, toccando gli interessi della comunità messicana che risiede negli Stati Uniti. Con il ?new deal? di Bush, possono essere arrestati alla spiccia tutti i messicani entrati illegalmente negli Stati Uniti, così come quelli cui è scaduto il permesso di soggiorno. Un vero ?missile giudiziario? che rischia di abbattersi sulla comunità dei ?latinos? più numerosa negli Usa. Un missile che, per ora, non è stato ancora fatto esplodere da Washington, che, è evidente, vuole usare le nuove misure repressive come arma di pressione su Fox: non applico le restrizioni ai tuoi compatrioti e tu m?appoggi sulla ricostruzione all??americana? in Iraq, ora che sei a capo del Consiglio di sicurezza. Questo il messaggio inequivocabile della Casa Bianca. Le prospettive di Fox In prospettiva, che può fare Fox? Per la sua posizione non interventista, il presidente ha guadagnato punti all?interno del suo Paese, lo dicono i sondaggi, anche se nelle ultime settimane è apparso poco in pubblico a causa di un?operazione chirurgica che i maligni reputano collegata alle pressioni diplomatiche e politiche di Bush & co. Lui si mantiene cauto e pronuncia parole in linea con le posizioni di Annan: “Il Messico assume la presidenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con la responsabilità di ricercare la pace mondiale, l?accordo tra i Paesi, il rafforzamento del sistema Onu e la promozione di aiuti umanitari in Iraq”, ha aggiunto l?ex uomo Coca-Cola. Una moderazione che si spiega anche con la forte presenza di soldati d?origine messicana tra le truppe Usa: 60mila soldati dell?esercito Usa (il 5% del totale) sono messicani emigrati e l?ambasciata americana a Città del Messico è sommersa da domande di ?latinos? che, per ottenere la cittadinanza Usa, chiedono di partire per l?Iraq. Un ulteriore elemento di pressione sul ?povero? Fox che, come se non bastasse, si ritrova tra le mani una presidenza (quella del Consiglio di sicurezza) di cui avrebbe fatto volentieri a meno.


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