La relazione che ogni anno il ministro della Sanità fa al Parlamento sull?applicazione della legge 194, secondo un gruppo di senatori dell?opposizione parla chiaro: quel provvedimento, che il 22 maggio scorso ha compiuto vent?anni, è un vero e proprio fallimento. Nel ?96 (a cui si riferiscono gli ultimi dati utili), 138.447 donne hanno deciso di abortire. Dal 1978 ad oggi sono stati praticati tre milioni e mezzo di interventi volontari di interruzione della gravidanza e la media annua è stata di circa 200 mila aborti legali: per ogni quattro bambini nati vivi, vi è stato un aborto volontario. Questi i numeri che hanno spinto i parlamentari del Polo a presentare, il 23 giugno scorso, una mozione di cui è primo firmatario Riccardo Pedrizzi di Alleanza nazionale. Che parte da una considerazione: la legge sull?interruzione di gravidanza è di fatto diventata uno strumento per il controllo delle nascite, nonostante siano ormai conosciuti e praticati tutti gli altri metodi di contraccezione. Nella relazione del ?95, infatti, l?allora neo ministro Rosi Bindi scriveva che almeno nel 70-80 per cento dei casi il ricorso all?aborto aveva interrotto una gravidanza non desiderata e intervenuta in seguito al fallimento o all?uso scorretto dei metodi per il controllo delle nascite. E il profilo medio della donna che rinuncia alla maternità, secondo quanto emerso dalla relazione ?97, è in linea con i dati di due anni fa: nel 57,3 per cento dei casi (con punte del 71,7 al Sud) si tratta di donne coniugate in età compresa fra i 25 e i 34 anni, con un sufficiente livello di istruzione e con non più di due figli. In particolare, il 37,9 per cento non ha bambini, il 20,3 ne ha uno e il 27,9 ne ha due. Infine, il 25,5 per cento delle donne che hanno abortito sono recidive. I senatori hanno impegnato il governo ad attuare una politica più incisiva per la tutela e la promozione della vita, a verificare se medici e consultori praticano la dissuasione (prevista dalla legge) e che non sia una esortazione generica, ma indichi tutte le alternative all?aborto.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.