Famiglia

Casalinghe a rischio

La polizza costerà 25 mila lire all’anno, anche se non tutti gli infortuni saranno coperti. Ma la nuova legge non soddisfa le associazioni delle famiglie, che chiedono al governo misure più coraggiose

di Giampaolo Cerri

La casalinga di Voghera e Cipputi sono più vicini. Una legge di prossima approvazione accomunerà infatti il simbolo per eccellenza del lavoro domestico e il metalmeccanico-tipo disegnato da Altan: entrambi saranno assicurati dall?Inail contro gli infortuni. Nei giorni scorsi, infatti, la Camera ha approvato un disegno di legge, introducendo l?assicurazione obbligatoria per le donne che si dedicano alla casa (vedi scheda). Proposto dalla Commisione Lavoro (relatore Rosa Stanisci), il provvedimento unifica varie proposte presentate nell?ultimo anno. Una norma che da un lato, come vedremo, presta il fianco a diverse critiche e, dall?altro, sembra destinata a fare storia nel nostro diritto del lavoro. Perché riconosce al lavoro domestico (ed è la prima volta) la stessa dignitàdi ogni altra professione. E, forse, apre la strada alla rivalutazione sociale dell?opera svolta da più di 7 milioni di italiane fra le mura domestiche: cura dei figli, degli anziani non autosufficienti in primis. Ma è proprio così? Federica Gasparrini, leader storico della Federcasalinghe, ne è convinta. Per la causa delle sue migliaia di associate, è scesa in politica e dopo un fugace innamoramento per il nuovo corso berlusconiano, oggi fa parte, come sottosegretario al Lavoro, del governo ulivista, con grandi e dichiarate simpatie per Antonio Di Pietro. Per lei il provvedimento «è un passo di civiltà che prelude a tappe successive. È un primo e fondamentale riconoscimento del fatto che in casa si lavora come in fabbrica». Non nasconde, la Gasparrini, di arrivare, prima o poi, al salario per ogni lavoratrice familiare. Meno ottimiste altre realtà come, per esempio, il Forum delle associazioni familiari. «Benvenga, ovviamente, l?assicurazione», dice il segretario, Luisa Santolini, «ma la battaglia è ancora lunga e dura, specialmente sul fronte culturale: prevale purtroppo l?idea che il lavoro familiare sia ininfluente nella società, che non sia proprio un lavoro perché non produce reddito». Prevale, secondo il Forum, una mentalità che valuta la cura della famiglia come scelta retrograda, penalizzante per la donna. «In realtà ci sono milioni di donne che vi si dedicherebbero volentieri», controbatte il segretario, «lo rivela anche una recente ricerca della Regione Lombardia: se avessero una piena libertà di scelta dal punto di vista economico, molte donne sceglierebbero la famiglia». Su questo fronte il Forum delle associazioni annuncia battaglia: «Non si tratta di rimandare le donne ?al focolare? ma di dare a ogni coppia una reale libertà di scelta», dice la Santolini, piuttosto preoccupata del fatto che «sindacati, industriali, governo e politici in genere dimostrino di non prendere sul serio questa richiesta che arriva dalle famiglie italiane». Nessuno, per esempio, che pensi di offrire tutela alle madri desiderose di rientrare nel mercato del lavoro, abbandonato qualche anno prima per tirar sù i figli. Critiche, ancora più esplicite, giungono dal Sindacato della Famiglia, per il quale la copertura assicurativa obbligatoria è un puro e semplice palliativo che non prelude affatto alla valorizzazione del lavoro domestico. «Il riconoscimento di questa preziosa funzione sociale sta nell?istituzione di assegni familiari ?reali? per la moglie e i figli a carico», dice la presidente, Paola Soave. «Chi sceglie il lavoro familiare», osserva, «svolge una funzione a favore dell?intera società e come tale deve essere ripagato». Le risorse, fanno notare al Sidef, non mancherebbero: la ?cassa assegni ? è in forte attivo, tanto che, ogni anno, quasi il 50%, pari a 15.000 miliardi, viene speso dal Governo per altre finalità. Una sommetta che, conti alla mano, permetterebbe di retribuire con oltre 2 milioni all?anno ciascuna italiana che lavori a casa. Per adesso, invece, la casalinga del Bel Paese paga. Domani è un altro giorno, si vedrà. ?


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