Non profit

106.430 scatolette

Il non profit americano guarda all'esperienza italiana del Banco Farmaceutico

di Redazione

E ora è il grande non profit americano che guarda al modello Italia. Almeno per quanto concerne l?accesso ai farmaci di base. Lo testimonia il grande interesse che Oltreoceano, e lo testimonia un recente articolo dell?Herald Tribune, sta suscitando l?esperienza del Banco farmaceutico, l?associazione non profit nata nel novembre 2000 a Milano per iniziativa della Compagnia delle opere e della Federfarma Lombardia, l?associazione dei titolari di farmacia, e che, nell?ultima giornata nazionale di raccolta dei farmaci, l?8 febbraio scorso, ha ?immagazzinato? 106.430 confezioni di medicinali per un valore economico di circa 550mila euro. «Quando si parla di accesso ai farmaci», spiega Paolo Gradnik, farmacista, presidente, oltre che di Federfarma Lombardia, anche del Banco Farmaceutico, «bisogna distinguere: una cosa è l?accesso ai farmaci costosi, mirati, frutto della ricerca; altro è il bisogno generale della salute, dai problemi dovuti a carenza alimentare alle malattie più banali che, in determinati contesti, possono essere devastanti, come, ad esempio, le malattie intestinali». Ma ormai al Banco pervengono richieste anche dall?estero, in particolare dal Sud America, dove questa domanda riesce a strutturarsi. E il Banco Farmaceutico si sta attrezzando per esportare non farmaci, ma il proprio modello di attività. «è questa una delle nostre due priorità (l?altra è intervenire sullo spreco industriale) ma finora non siamo riusciti a fare un?analisi seria del bisogno nel Terzo mondo, analisi che sappiamo, per esperienza, può riservare sorprese».

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