Famiglia

Andrea Pezzi. Io faccio neotv

Viene da Mtv. E' approdato in Rai, in fascia quasi notturna. Sta sperimentando linguaggi e personaggi nuovi. Dando spazio anche al non profit.

di Stefano Arduini

Di fronte c?è uno studente trentenne di psicologia all?Università di San Pietroburgo. Non parla una parola di russo, non vive in riva al Baltico, e non fa nemmeno lo studente. Tutt?altro: è il barista-intervistatore-conduttore di Internet Café, trasmissione per nottambuli (va in onda lunedì, martedì e venerdì dopo il Tg3 delle 0,20) di Rai Educational e ha portato sul piccolo schermo storie come quella di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig-Arsenale della Pace, di Gino Girolomoni, padre dell?agricoltura biologica italiana o di Banca Etica, pioniere dell?investimento sostenibile. Oggi però Andrea Pezzi è dall?altra parte del bancone. Panni, quelli dell?intervistato, che l?ex vj di Mtv (a proposito, all?emittente americana non regala cioccolatini, anzi), non veste volentieri. A ogni domanda un commento: “Buona questa, l?avrei fatta anch?io”, chiosa quando il quesito gli permette di formulare ?analisi? visto che “come ti sarai accorto io non offro mai opinioni”, precisa. Al contrario, quando qualcosa non gli quadra è pronto a scattare. Come quando gli tocca rispondere a banali interrogativi: “quanti fratelli hai?”, “Due più grandi”, dice e aggiunge, “ma cosa ti interessa?”; “fanno il tuo stesso lavoro?” “No e i tuoi?”. Frivolezze di un personaggio (sorride compiaciuto) cui certo non garba di passare sotto traccia, come dimostra in questo tête a tête.
Vita: Non è facile vedere sullo schermo certi personaggi, come li hai scovati?
Andrea Pezzi: Sono venuti fuori dalla curiosità. Quando incontri uomini che svolgono una professione, ma in realtà compiono una missione per loro stessi, costringi chi ti guarda a mettersi in discussione.
Vita: Come Banca Etica. A proposito tu sei un investitore etico?
Pezzi: Sì, nella misura in cui investo su me stesso. Se io ho 5 miliardi li metto in un?idea. Non ho ancora la sovrabbondanza che mi permetterebbe di giocare in Borsa.
Vita: Certo che andando in televisione a notte fonda, la sovrabbondanza non la raggiungerai mai…
Pezzi: Questa collocazione l?ho scelta io. Ancora oggi mi hanno offerto una prima serata, ma ho rifiutato.
Vita: Sei un pazzo?
Pezzi: No, sono uno che rispetta le regole. Se sei in prima serata sulla Rai devi fare il 30% di share. È chiaro e io non discuto. Mi permetto solamente di non scegliere queste regole e mi rifugio nella notte. Una trasmissione come Internet Café altrimenti non sopravviverebbe. Nella gente manca ancora la coscienza.
Vita: In altre parole, portare un Girolomoni in prima serata è ancora un tabù?
Pezzi: Sì, ma non è detto che sia un male. Oggi la televisione è fatta da 3/400 persone. Sono le marionette di un teatrino che si ripete ogni giorno. Non sorprendono più nessuno: qualsiasi domanda gli poni, ti saprei dare in anticipo la risposta. Molte di queste marionette sono ancora alle prese con le loro pulsioni infernali. Di tossicodipendenti che fanno i presentatori ne conosco tanti. Con queste persone non ci parlo. I personaggi che intervisto almeno ci provano, si chiedono perché stanno al mondo.
Vita: Non ti piace la tv di oggi, vero?
Pezzi: Non posso rispondere. Non è una questione estetica. Io credo nella polemica della tv volgare: ce l?ha portata Berlusconi e funzionava. “Torna a casa in tutta fretta che c?è il Biscione che ti aspetta”, era il gingle. La Rai gli è andata dietro. Adesso però le cose stanno cambiando. Se la tv di Stato non si adegua, scomparirà. Ma attenzione: se questi personaggi iniziano a frequentare i salotti televisivi, diventano marionette anche loro.
Vita: Ok, ho davanti il pioniere della nuova televisione, e infatti tu vieni da Mtv.
Pezzi: Quell?esperienza è stata sottovalutata. Mtv, e io l?ho conosciuta da dentro, è stata un?arma editoriale con cui la cultura anglosassone ha colonizzato l?Italia e l?Europa. E non ce ne siamo accorti. Colonizzazione culturale significa che io ti creo un bisogno, ti faccio pensare che tu desideri avere quel colore di capelli, che a te piace quel tipo di musica, che ti stanno bene quei vestiti; creo consumo, faccio industria, faccio i soldi. In altre parole ti rendo schiavo, senza che tu nemmeno te ne accorga, perché tu desideri essere schiavo. Mtv è un arma fotonica.
Vita: A proposito di armi. La guerra è iniziata. Nella trasmissione con ospite Olivero hai esposto la bandiera della pace del Sermig. Pacifista convinto quindi?
Pezzi: La bandiera l?ho messa perché la voleva l?ospite e io dovevo descriverne il personaggio.
Vita: Non credo che ti abbia dato fastidio, mi sbaglio?
Pezzi: Non mi pongo il problema della pace o della guerra. Anzi dire che la guerra non ha senso è una cavolata. Ha senso, come la malattia ha senso. C?è un mondo che vive sulla malattia: togliamo tutti i malati e l?economia del mondo muore. Allo stesso modo anche la guerra fa parte della logica, non della vita, ma della società. La guerra segue un filo: quella del distruggere per poi costruire, di scavare un buco e poi riempirlo. è la dinamica perversa della pax americana. È stato così dal 1945 in poi.
Vita: Insomma, sei per la pace o per la guerra?
Pezzi: Io sono per la pace, perché mi conviene. Conviene a me che sono italiano ed europeo. È uno strumento per liberare il nostro Paese dal gioco di una subcultura poco più che centenaria, superficiale e bontempona.
Vita: Sei semplicemente un antiamericano, allora?
Pezzi: Non ci siamo capiti. Il punto è che loro hanno vinto la seconda guerra mondiale e noi l?abbiamo persa. Passando in rassegna gli intellettuali che abbiamo avuto in questi ultimi 50 anni ne abbiamo la riprova: Calvino, Pasolini, il neorealismo nel cinema, rappresentavano un?Italia di pezzenti, facile da colonizzare. Non è un caso che gli americani abbiano amato La vita è bella di Benigni: in questo modo loro sono i salvatori che da dentro il carro armato si prendono cura del povero bambino italiano. “Tu sei lo sfigato, io quello che ti salva la pelle e le palle”. Non c?è dialogo.
Vita: Torniamo alla guerra. Cosa ne pensi degli scudi umani o di chi sceglie l?interposizione nonviolenta?
Pezzi: La loro pulsione è sana, pura. Per questo io sono con loro. La questione però è se hanno coscienza di quello che fanno. In caso contrario sarebbero facilmente strumentalizzabili. Di certo quella non è la mia strada.
Vita: Hai paura del terrorismo?
Pezzi: Non vi sono motivi razionali per pensare che l?Italia ne possa essere vittima. Non ci si crede,suvvia.
Vita: E Bin Laden, e Al Qaeda?
Pezzi: E Babbo Natale? Gli Stati Uniti sono abituati a dividere il mondo in cowboy e indiani, in bene e male. È la schizofrenia di un Paese povero, ma potente.
Vita: Tu, ha mai fatto del volontariato?
Pezzi: Per essere altruisti è necessaria una certa dose di egoismo. Faccio un esempio: se io do dei soldi a uno che al semaforo mi chiede un euro, è un modo per non responsabilizzarlo. Io gli sto dicendo: rimani qui perché fino a quando ci sei tu io mi sento importante. Lui mette me in condizione di non crescere perché tanto il mondo fa schifo, “guarda che gente, per fortuna io sono migliore”. E lui è confermato nel rimanere un poverino.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.