Mondo

Dalla Bicamerale per l’infanzia un documento d’impegni per favorire le adozioni

Il 26 marzo é stata approvata all'unanimità una risoluzione dedicata alle adozioni internazionali.

di Benedetta Verrini

Il 26 marzo scorso la commissione bicamerale per l?Infanzia ha approvato all?unanimità una risoluzione (n. 8-00038, presentata da Marida Bolognesi) dedicata alle adozioni internazionali. Il documento parte da una serie di premesse, tra cui il fatto che “dall?entrata in vigore della legge 31 dicembre 1998, n. 476… le famiglie aspiranti all?adozione continuano a incontrare difficoltà burocratiche nell?accesso all?istituto dell?adozione con conseguenti attese che si prolungano a volte fino a tre, quattro anni” e il fatto che “il numero delle adozioni conclusosi con l?entrata dei minori in una famiglia, pur incrementato nel 2002, è comunque di molto inferiore al numero delle idoneità rilasciate dai Tribunali per i minorenni, e tale discrepanza è anche il frutto dei tempi di attesa eccessivamente dilatati richiesti dagli enti autorizzati”. Impegnerà il governo a una serie di azioni volte a promuovere, ad esempio, l?accoglienza di bambini più grandicelli, attraverso una maggiore sensibilizzazione e lo snellimento burocratico delle procedure. Novità anche sul fronte lavorativo: la risoluzione sollecita iniziative “affinché la previsione di cui all?art. 45 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, recante norme in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, relativa alla possibilità di fruire di riposi giornalieri per i genitori entro il primo anno di vita del bambino, sia ovviamente da riferirsi, per quanto riguarda i genitori adottivi, al primo anno dall?ingresso effettivo del bambino nella famiglia adottiva”. Riguardo all?accessibilità dell?adozione alle coppie non abbienti, il documento invita “a promuovere forme di sostegno economico… anche attraverso l?istituzione di un apposito fondo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri”. E raccomanda di “stabilire criteri di incompatibilità tra l?appartenenza alla Commissione per le adozioni internazionali e l?aver ricoperto nei due anni precedenti incarichi negli enti autorizzati”. Alcuni passaggi della risoluzione sono stati criticati dall?AiBi, come il fatto che non sia stata “utilizzata in alcun modo l?esperienza degli enti autorizzati”, ha dichiarato Marco Griffini in un comunicato. Il presidente AiBi ha anche lanciato l?allarme sul rischio di arrivare a un “fai da te” autorizzato e denunciato la mancanza di una vera politica estera delle adozioni. Info: La Camera dei Deputati


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