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Iraq, il nunzio: “viviamo nel terrore di una morte improvvisa”

Monsignor Ferdinando Filoni, rappresentante vaticano a Bagdad racconta: "negli ospedali cominciano a mancare i medicinali".

di Redazione

”Si vive nel terrore di una morte improvvisa. Non c’e’ spazio per pensare, ma solo per agire. Per cercare di portare un minimo di conforto alle persone piu’ vecchie e ai bambini”. Cosi’ monsignor Ferdinando Filoni, nunzio a Baghdad, racconta al ‘Secolo XIX’ come si vive nella capitale irachena da giorni sotto i bombardamenti. ”La televisione irachena -aggiunge- continua a dare notizie di una resistenza assoluta e forte, casa percasa. Ma l’intensificarsi dell’azione di bombardamento lascia prevedere che americani e inglesi abbiano intenzione di sfondare le linee della Guardia repubblicana”. Negli ospedali, spiega monsignor Filoni a ‘Il Secolo XIX’, ”cominciano a scarseggiare i farmaci per le terapie intensive, mancano diversi medicinali. Come era facilmente prevedibile la situazione, specialmente nei due piccoli ospedali cattolici, e’ andata complicandosi parecchio”. Per il nunzio di Baghdad, la voce del Papa contro la guerra ”non solo e’ di conforto per i cristiani della comunita’ irachena”, ma rappresenta ”un motivo di riflessione e di approfondimento dei nostri rapporti con le comunita’ islamiche”. Senza le parole del Papa, spiega mons. Filoni, ”gli effetti di questa guerra avrebbero avuto echi profondi nel rapporto con il mondo islamico”. Nelle prossime ore, torna a ripetere il nunzio di Baghdad, ”restero’ qui, come ho gia’ detto. Insieme ai vescovi e ai fratelli cristiani. La sede della Nunziatura resta aperta”.


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