Non profit

Pace, ma a che prezzo?

Modifica della riforma Tremonti in cambio del finanziamento delle grandi opere. E il Terzo settore potrà dire la sua?

di Francesco Maggio

Quello che appena poche settimane fa sembrava impossibile, oggi non lo è più: il ministro dell?Economia, Giulio Tremonti e il presidente dell?Acri, Giuseppe Guzzetti , hanno deciso di incontrarsi, di sedersi attorno allo stesso tavolo e discutere su come uscire dall?impasse in cui da 15 mesi sono precipitate le fondazioni di origine bancaria a causa della riforma che porta il nome dello stesso ministro. Diciamolo subito: che lo scontro tra governo e fondazioni non potesse durare ancora a lungo, era chiaro. Tenere immobilizzato per così tanto tempo un patrimonio che sfiora i 50 miliardi di euro, era diventato decisamente insostenibile. Le probabilità, poi, che le vie legali, adite a più riprese da ambo le parti, potessero da sole decretare un vinto e un vincitore, erano andate via via assottigliandosi. Invece che lasciar scaturire una soluzione, non facevano altro che esacerbare gli animi. Bisognava tirare una riga dritta e ricominciare. Il primo a capirlo, dopo l?ennesimo pronunciamento del Tar a favore degli enti, era stato un paio di mesi fa il viceministro dell?Economia, Mario Baldassarri che aveva pubblicamente auspicato un ?armistizio?. Poi, però, la battaglia su Generali e Mediobanca, con alcune importanti fondazioni schierate a sostegno della ?cordata Profumo?, aveva d?un tratto raffreddato le speranze. Il direttore generale di via XX settembre, Domenico Siniscalco, nella veste di titolare dell?autorità di vigilanza, aveva aperto un?inchiesta per monitorare le compravendite di azioni effettuate in quel frangente dalle fondazioni. E tutto sembrava arenarsi nuovamente. Oggi il clima volge nuovamente al sereno. Guzzetti si è dichiarato dell?avviso che stia per scoppiare la pace. Secondo alcuni bene informati l?ipotesi di accordo sarebbe la seguente: le fondazioni allentano un bel po? i cordoni della borsa per finanziare le grandi opere infrastrutturali (si parla di 7 miliardi euro) e Tremonti, in cambio, modifica la sua riforma, garantendo piena autonomia gestionale agli enti. Staremo a vedere. Certamente questa ritrovata volontà di confronto è un fatto positivo. Un augurio, tuttavia, è d?obbligo: che dal dialogo tra Acri e governo non rimanga escluso il non profit. Il Terzo settore con lealtà è stato al fianco delle fondazioni in questi difficili mesi. è giusto che anch?esso ora raccolga i frutti. Altrimenti sarebbe un peccato. Peggio, una beffa.


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