Giornata mondiale del cuore

Donne e giovani, cuore a rischio

Si celebra il 29 settembre la giornata mondiale del cuore con lo slogan "usare il cuore, conoscere il cuore". Solo conoscendolo, infatti, possiamo prendercene cura, perché la prevenzione rimane ancora oggi la grande disattesa da cittadini e pazienti

di Nicla Panciera

Si celebra il 29 settembre nel mondo la Giornata mondiale per il cuore, campagna globale promossa dall’ Organizzazione mondiale del cuore World heart federation Whf con l’obiettivo di sensibilizzare e informare sulla prevenzione delle malattie cardio-cerebro vascolari e promuovere le sane abitudini e uno stile di vita corretto e attivo. In Italia, dove si registrano oltre 230.000 decessi ogni anno, le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte, essendo responsabili del 34,8% di tutti i decessi.

La Whf per l’edizione 2023 chiede a tutto il mondo di “usare il cuore, conoscere il cuore”: meglio si conosce il proprio cuore, tanto più sarà possibile prendersene cura. «In un mondo in cui la conoscenza sulla salute del cuore è limitata e le politiche sono insufficienti o carenti, miriamo ad abbattere le barriere e a dare agli individui la possibilità di assumere il controllo del proprio benessere» dicono dalla Whf.

Il colesterolo

«Il rischio cardiovascolare è legato a diversi fattori, come la familiarità, l’ipertensione, il diabete, l’obesità. In particolare, elevati livelli di colesterolo cattivo, ritenuti a lungo un fattore di rischio, sono in realtà un fattore causale nella malattia aterosclerotica. La sua significativa diminuzione, mantenuta nel tempo, consente parallelamente una riduzione di eventi cardiovascolari» ha detto Alessandro Navazio, vicepresidente dell’associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri Anmco nel corso di un evento organizzato a Milano di presentazione della campagna Vinci contro il colesterolo. Previeni l’infarto, agisci prima, promosso da Sanofi con il patrocinio della Società italiana di cardiologia Sic, la fondazione Gise, la Fondazione italiana per il cuore e Conacuore. Un portale ricco di informazioni e suggerimenti basati sulle evidenze, con anche la lista dei centri specializzati. Eppure, i dati di un’indagine condotta da SWG promossa da Sanofi, su un campione di oltre 1.200 cittadini di età compresa tra i 45 e i 74 anni, raccontano che meno del 50% delle persone intervistate riconoscono che è il colesterolo LDL ad essere dannoso per la salute del cuore. «Del colesterolo cattivo non esistono cut-off universalmente validi, ma ciascun individuo ha il suo personale valore di riferimento che dipende dalla sua condizione complessiva. Inoltre, i dati mostrano che, ancora oggi, un paziente andato incontro a evento cardiovascolare su due non raggiunge il target di colesterolo cattivo raccomandato. Eppure, i farmaci, appropriati, efficaci e sicuri, ci sono. Le linee guida raccomandano la valutazione del profilo lipidico dopo i 40 anni negli uomini e nelle donne dopo i 50 anni o comunque con la menopausa».

Insegnare la prevenzione

La percezione individuale dei rischi che si corrono e la consapevolezza sull’impatto delle patologie cardiovascolari e dell’importanza degli stili di vita è cruciale ai fini dell’adeguata prevenzione. «Noi associazioni siamo esattamente qui per questo. Il paziente dimesso ha necessità di tutta una serie di informazioni, utili per la ripresa e per scongiurare un secondo evento. Noi facciamo molta formazione nelle scuole, bisogna lavorare di più con i ragazzi e insegnare loro la prevenzione» commenta Luisa Cattaneo di Conacuore, coordinamento nazionale che riunisce attualmente le associazioni di volontariato dei cardiopatici, distribuite in tutta Italia, impegnate nella lotta alle malattie cardiovascolari. «Bene quindi una campagna come “Vinci contro il colesterolo – previeni l’infarto, agisci prima”, dove il paziente viene aiutato ad indirizzarsi verso il corretto percorso».


Da sin: Alessandro Navazio (Anmco), Emanuela Folco (Fipc), Luisa Cattaneo (Conacore)
Da sin: Alessandro Navazio (Anmco), Emanuela Folco (Fipc), Luisa Cattaneo (Conacore)

Il cuore delle donne

La malattia cardiaca è un problema in particolare per le donne che, per quanto protette dagli ormoni nella prima fase della vita, vengono duramente colpite dalle malattie cardiovascolari dopo la menopausa.«Pagano un prezzo elevato, tanto che se in Italia la mortalità complessità per cause cardiovascolari è sil 33-34%, guardando alle donne sale al 39-40%» ha detto Pasquale Perrone Filardi, presidente della società italiana di cardiologia Sic, individuando due cause principali di questa grave situazione. «Una ridotta consapevolezza nelle donne dell’aumentato rischio dopo la menopausa e una sottovalutazione generale dei sintomi, che possono essere sfumati o atipici, nella classe medica». Del cuore delle donne si occupa da decenni la Fondazione italiana per il cuore Fipc: «Le donne devono sapere che non esiste solo l’osteoporosi o il cancro e che, pur venendo colpite in genere dieci anni più tardi rispetto all’uomo, lo sono in maniera più grave. Ancora oggi è quindi fondamentale ribadire l’importanza di sensibilizzare il cittadino e il paziente a prendere a cuore la propria salute cardiovascolare partendo proprio dalla conoscenza della malattia e dei sintomi ad essa collegata» ha detto Emanuela Folco, presidentessa di Fipc. «Il punto di partenza è certamente l’adozione di stili di vita salutari come necessaria prevenzione, ma anche e soprattutto, laddove sia presente una condizione patologica che necessita di una presa in carico da parte dello specialista, l’importanza di non interrompere o modificare le terapie prescritte».

Il cuore dei giovani

Il cuore dei giovani, e il loro cervello, è minacciato da un altro fattore di rischio: l’ipertensione che danneggia i vasi e può portare a ictus e infarti. Lo denuncia la Sic riprendendo i dati di un recente studio svedese che mostra come essere ipertesi in tarda adolescenza aumenta considerevolmente il rischio cardiovascolare da adulti. Un problema che riguarda tanti italiani: si stima che quasi 2 milioni di under 35 abbiano già i valori di pressione alterati, spesso senza saperlo e in gran parte dei casi per colpa di uno stile di vita sbagliato fatto di dieta scorretta, sedentarietà, fumo e alcol. Per questo, gli esperti della Sic raccomandano di iniziare a misurare la pressione già da adolescenti, per prendersi cura della salute cardiovascolare e restare in salute a lungo: una diagnosi precoce dell’ipertensione può consentire un cambio di rotta tempestivo nelle abitudini e può salvare letteralmente la vita.

Infine, a chi già soffre di una patologia cardiaca, si deve dire con conviverci è possibile. Ma ci vuole responsabilità, stili di vita adeguati, come quelli raccomandati in prevenzione, e aderenza e persistenza nelle cure.

La foto in alto è il logo della giornata mondiale

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