Welfare

Giustizia: ancora un no all’indultino

Il disegno di legge, il cosiddetto Indultino, è stato bocciato oggi in commissione Giustizia al Senato, dove da tempo era in discussione

di Redazione

Si fa sempre più impervia la strada del provvedimento di sospensione condizionata della pena. Il disegno di legge, il cosiddetto Indultino, è stato bocciato oggi in commissione Giustizia al Senato, dove da tempo era in discussione. Come era accaduto alla Camera anche a Palazzo Madama il provvedimento ha fatto emergere le perplessità all’interno degli schieramenti. Stavolta la pietra dello scandalo è stata l’approvazione, la settimana scorsa, di un emendamento di Roberto Centaro, Forza Italia, che riduceva la sospensione della pena a un anno per i detenuti che avessero già scontato tre quarti della pena in carcere, mentre nel testo licenziato dal Montecitorio i termini erano tre anni dopo un quarto di carcere. Questa modifica è stata, a detta di Verdi e Ds, determinante per il loro voto contrario al provvedimento. Dai giochi si sono sottratti ormai sia An che la Lega, che annunciano e confermano la loro contrarietà per qualunque tipo di misura di clemenza che venga promosso dal Parlamento. Dunque gli orientamenti del centrosinistra diventano determinanti per il destino di questo testo. E già piovono le accuse tra gli alleati che si scaricano le responsabilità a vicenda. Per la Margherita, che aveva detto sì alla riduzione dello sconto di pena, oggi è stata la giornata della verità: “Non si può continuare a dire sì all’indultino e poi insistere sull’indulto e sull’amnistia – ha detto Nando Dalla Chiesa, membro dielle della commissione Giustizia del Senato – se la via maestra è quella allora è inutile andare avanti con questa”. Il riferimento è alle posizioni sostenute dai Ds che hanno sempre manifestato la loro preferenza per l’amnistia. “Il problema politico però – spiega Dalla Chiesa – è capire quali margini per dar il via ad un’amnistia con questa maggioranza e soprattutto quali categorie di reati la Cdl vorrà inserire”. I Verdi hanno invece bocciato oggi l’Indultino con la speranza che in Aula possa essere approvato il testo originario licenziato dalla Camera: “L’emendamento Centaro – ha spiegato Gianpaolo Zancan – ha snaturato completamente l’indultino, insomma era una presa in giro e l’unico modo per fermarla era dire no”. L’autore della modifica contestata, il senatore di Forza Italia Roberto Centaro minimizza: “Quell’emendamento si poteva discutere, ci sarebbe stata totale apertura in Aula per cambiarlo. Chi ha votato no in commissione in realtà voleva dire di no al provvedimento in toto e comunque il testo della Camera prevedeva una sospensione della pena eccessiva. Su misure più miti – osserva – è più facile coagulare maggioranze trasversali”. Anche i Ds hanno criticato l’emendamento di Forza Italia accusandolo di aver “snaturato l’indultino”. “Abbiamo votato contro – ha detto Guido Calvi dei Ds – per azzerare tutte le modifiche in commissione e per far rivivere in Aula il testo licenziato dalla Camera”. Sul destino della sospensione condizionata della pena però non ci sono moltissime speranze. La conferenza dei capigruppo della Camera dovrà decidere la prossima settimana quando calendarizzare il testo in Aula, ma non sono in pochi a ritenere che con le elezioni amministrative alle porte sarebbe un suicidio politico approvare una misura di clemenza per i detenuti. Responsabilità di cui nessuna forza politica vuole farsi carico. La bocciatura dell’Indultino ha riproposto nel dibattito, dunque, il tema dell’Indulto. Per i Ds infatti resterebbe la soluzione migliore. Sul punto Fi non chiude al dialogo e ammette “se ne può parlare”, del resto era quello che i Verdi chiedevano fin dall’inizio. Il problema è che su una misura di cancellazione del reato come quella dell’Indulto occorrono due terzi dei voti dei parlamentari. Un numero che è difficile da raggiungere viste le spaccature già registrate sull’indultino. “E’ più probabile che dopo le elezioni si possa parlare di Indulto” dicono però in ambienti del centrosinistra. Un testo su amnistia e indulto è già stato depositato in commissione al Senato, relatore Centaro, per cui c’è tempo fino al 6 maggio per la presentazione degli emendamenti.


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