Cultura

Iraq: il punto umanitario della Caritas

Interrotti i contatti con gli uffici Caritas di Baghdad e perciò non si hanno più notizie sulla situazione a Baghdad, Bassora, Mosul e Kirkuk.

di Redazione

Continuano i pesanti bombardamenti su Baghdad. Sono stati colpiti diversi quartieri residenziali. Molte le linee telefoniche saltate a causa del bombardamento del centro di telecomunicazioni. L?UNICEF denuncia che mezzo milione di bambini iracheni, traumatizzati dalla guerra, avranno bisogno di sostegno psicologico. Secondo il centro Caritas di Dohuk, nell?Iraq del nord, molte famiglie scappate da Dohuk per rifugiarsi nei villaggi vicini stanno rientrando in città. Al momento non c?è carenza di cibo o acqua. Manca, però, il combustibile per il riscaldamento, necessario in questa zona montagnosa dal clima freddo e nevoso. L?Ufficio di Caritas Iraq in Amman è riuscito, per la prima volta da quando è scoppiata la guerra, a mettersi in contatto con il centro Caritas di Dohuk. Sono interrotti, invece, i contatti con gli uffici Caritas di Baghdad e perciò non si hanno più notizie sulla situazione a Baghdad, Bassora, Mosul e Kirkuk. Tuttavia siamo venuti a sapere che il carico degli aiuti partiti la scorsa settimana da Amman per Bassora è giunto a destinazione. Ci sono voci, non confermate, di casi di colera. Caritas Iraq sta cercando di fare un?indagine a Baghdad per conoscere il numero e i bisogni degli sfollati (internally displaced persons) attualmente rifugiatisi nelle chiese. Carenze di acqua sono state riportate dai governatorati di Bassora, Ninewa, Serbala, Thi-Qar e Wassit. Il solo impianto di depurazione che sta funzionando – tra l?altro al 50% della sua capacità – è quello di Wafaa Al Qaid, a nord di Bassora. A Umm Qhayal, 30.000 abitanti, è rimasta disponibilità di acqua solo per un giorno; i militari inglesi stanno distribuendo 2 autobotti al giorno. Altre interruzioni di elettricità danneggeranno ulteriormente i sistemi idrici e perciò la qualità dell?acqua. A Umm Qasr la Croce Rossa del Kuwait ha garantito la distribuzione di 43.000 pasti al giorno. Purtroppo da oggi questo servizio è sospeso a causa della mancanza di scorte. Le forze della coalizione stanno distribuendo autobotti di acqua nella zona di Umm Qasr e Safwan. L?UNICEF intende farsi carico di questo servizio in queste zone non appena la sicurezza lo permetterà così da rendere disponibili le autobotti della coalizione per zone meno sicure. L?organizzazione Dutch Consortium, di cui fa parte anche Caritas Belgio, continua ad operare nella zona di Duhok e Zakho anche con un team sanitario mobile. Dutch Consortium ha avuto un incontro con il vescovo caldeo, Mons. Petrus, e il comitato della chiesa per coordinarsi negli aiuti. Il Ministro della Sanità ha autorizzato Dutch Consortium a garantire i servizi di assistenza sanitaria agli sfollati a Sulaimaniya. Lo staff di DC ha visitato i tre centri sanitari nella zona di New Halabja e i sei nella zona di Bazyan. Il team sanitario mobile di DC opererà, a giorni alterni, nei due centri più grandi di New Halabja e di Bazyan, che curano, rispettivamente, 350 e 400 pazienti al giorno. Secondo le stime IOM e UNOPS, il numero degli sfollati nel Nord dell?Iraq raggiungerà le oltre 300.000 unità. Sfollati registrati (IOM/UNOPS): – Erbil: 2.233 (cifra in aumento) – Dohuk: 517 – Sulaymaniyah: 2.255 Totale: 4.972 (in aumento) GIORDANIA Il campo di Ruweished è pronto per accogliere fino a 5.000 rifugiati ma, al momento, non è arrivato nessun iracheno; al contrario, nel campo A ci sono circa 222 rifugiati provenienti da Paesi terzi. Secondo i giornali e la televisione, dall?inizio della guerra ad oggi, oltre 6.000 iracheni, la maggior parte dei quali in giovane età, sono ritornati in Iraq dalla Giordania. Il governo della Giordania ha affermato che il confine con l?Iraq è aperto per il passaggio degli aiuti umanitari. Un convoglio di 7 camion carico di medicine donato dal governo giordano alla Mezza Luna Rossa irachena è partito venerdì scorso per l?Iraq. Ieri, ad Amman, i vescovi di tutti i riti cristiani presenti in Giordania si sono uniti in preghiera. A questo momento di preghiera ha partecipato anche l?ambasciatore dell?Iraq, molti altri diplomatici ed alcuni ministri della Giordania. Il vescovo di Giordania ha letto una dichiarazione che chiedeva la fine della guerra e la pace e la giustizia in Iraq e in Palestina.


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