Mondo

Iraq: Boutros-Ghali, guerra neocolonialista

Cosi' si esprime l'egiziano Boutros Boutros-Ghali, ex segretario generale dell'Onu, in un'intervista rilasciata al sito internet ''Arabmonitor''

di Redazione

‘Tutti gli sforzi fatti in quasi un secolo per gestire le relazioni internzionali, per far prevalere il diritto internazionale, sono stati rimessi in gioco da una guerra preventiva nei confronti di uno stato sovrano”. Cosi’ si esprime l’egiziano Boutros Boutros-Ghali, ex segretario generale dell’Onu, in un’intervista rilasciata al sito internet ”Arabmonitor”. Secondo Boutros-Ghali quanto sta avvenendo in Iraq rientra nella tradizione neo-colonialista delle grandi potenze nei confronti dei Paesi del Terzo mondo: ”I britannici hanno messo alla porta lo Scia’ di Persia, intendo il padre. I francesi hanno mandato in esilio il re del Marocco. Gli americani hanno bombardato Panama per arrestare il signor Noriega”. Riguardo il futuro delle relazioni internazionali, l’ex segretario Onu si e’detto ottimista sul futuro delle Nazioni Unite, alla luce delle numerose crisi che hanno fatto soffrire l’istituzione, ma che si e’ sempre riusciti a superare. La guerra avra’ invece l’effetto di aumentare gli atti di terrorismo: ”I paesi arabi sono legati agli Stati Uniti. I loro governi sono vicini agli Usa, ma l’opinione pubblica e’ ostile. La guerra’ incoraggera’ i terroristi, perche’ questo conflitto conferma la loro ideologia. I fondamentalisti wahabiti vedono in questa guerra la prova di una crociata giudeo-cristiana contro il mondo islamico”. Per quanto riguarda il dopoguerra, Boutros-Ghali parla di quattro processi di riconciliazione che dovranno essere messi all’opera: ”Il primo dovra’ avvenire tra il mondo arabo e quello anglo-americano e in questo caso lo strumento migliore e’ la soluzione della questione palestinese. Il secondo processo dovra’ riavvicinare l’Onu e coloro che vi si sono opposti. In questo caso la soluzione migliore e’ di affidare alle Nazioni Unite la gestione del dopoguerra. La terza conciliazione dovra’ avvenire all’interno dell’ Unione europea, oggi profondamente divisa. Il quarto tra Europa e America ed e’ nell’interesse della comunita’ internazionale promuovere senza esitazioni questi processi di riconciliazione”


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA