Sostenibilità

Come abbiamo potuto uccidere la vita?

Gino Girolomoni parla del confronto tra la natura e l'uomo.

di Gino Girolomoni

Il 20 agosto dello scorso anno, sotto la grande quercia d?Urbino che nacque al tempo di Federico da Montefeltro, il mio amico Paolo Ranuzzi esclamò: “è più bella della Gioconda!”. Oggi, a fine marzo 2003, sono davanti a Monna Lisa, al Louvre, e rifletto sul confronto. è indubbio che la natura (da me amata appassionatamente) abbia partorito numerosi e straordinari capolavori, ma è altrettanto vero che sovente l?uomo l?ha superata: Raffaello, Beethoven, Michelangelo, Verdi, Brunelleschi. Gli esempi sarebbero infiniti, per ogni tempo e luogo. Ma si può fare il confronto tra la quercia d?Urbino (sei metri di circonferenza) e la Gioconda di Leonardo? Il quesito m?affascina, ma scelgo istintivamente la genialità dell?uomo. Sono ancora immerso in questi pensieri quando, nello stesso corridoio, mi trovo davanti il Cristo di Giovanni Bellini: un sorriso triste, con il foro del chiodo sulla mano, la tunica squarciata dalla parte del cuore da cui si vede la ferita della lancia. Uno sguardo rivolto a noi pieno di amarezza, come a dire: “Come mi avete ridotto! E di voi che ne sarà? Donne di Gerusalemme non piangete su di me, ma su di voi e sui vostri figli!” A questo punto la natura, la Gioconda, la Nona Sinfonia e il Trovatore passano in secondo piano e la mia anima si chiede invece come abbiamo potuto compiere un crimine così assurdo. Come abbiamo potuto torturare e uccidere la vita?

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