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Se “Monorchio” sbarca a Bruxelles

La riforma della cooperazione tarda ad arrivare. La Ragioneria di Stato blocca tutti gli anticipi per i progetti internazionali delle Ong. L’ultima finanziaria stanzia solo lo 0,02 per cento del Pil.

di Silvia Vicchi

Tempi duri per le organizzazioni non governative. Fondi bloccati in Italia e anche in Europa. Da mesi e mesi in Italia e da un mese anche in Europa. Eppure la protesta non decolla, non sale. In Spagna le Ong hanno inscenato spogliarelli nelle piazze di Barcellona e Madrid, da noi si preferisce affidarsi a laconici, e ormai rituali, comunicati. C?è però chi non rinuncia alla pressione verso un Palazzo letteralmente sordo e cerca alleati importanti, come l?Avsi (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale) che a Bologna il 19 giugno scorso, in collaborazione con la Conferenza Episcopale, ha organizzato un seminario con l?obiettivo di costringere la Commissione Esteri del Senato ad esaminare gli undici disegni di legge sulla riforma della cooperazione internazionale che giacciono da anni e formulare un testo unificato e coerente con le necessità delle organizzazioni per l?aiuto ai paesi più poveri. Alberto Piatti, amministratore delegato dell?Avsi denuncia l?inadeguatezza dei fondi per la cooperazione: «fondi ridicoli, che l?ultima Finanziaria ha voluto pari allo 0,02 per cento del prodotto interno lordo, accompagnati dalla mancanza di un iter burocratico-amministrativo che agevoli il funzionamento delle organizzazioni non governative. Ormai si riesce a lavorare solo diversificando le fonti dei donatori: la Banca Mondiale, l?Unicef, l?Alto Commissariato per i Rifugiati dell?Onu, l?Unione Europea, la società civile. Rivendichiamo la cooperazione dei popoli e tra i popoli e non degli Stati e tra gli Stati e un ruolo più determinante del volontariato, soprattutto nei processi decisionali che lo riguardano». L?impasse nasce con la direttiva Monorchio, che da mesi blocca gli anticipi dei finanziamenti alle Ong. Ora sembra che vi sia un impegno, da parte di Prodi e Ciampi, a sbloccare i fondi, ma la Ragioneria centrale dello Stato che eroga i contributi parla di fine anno, se tutto va bene. Il vantaggio è che questi soldi non saranno stati spesi. Un risparmio a danno delle parti più deboli, come sottolinea con amarezza Luigi Seghezzo, presidente del Gvc (Gruppo di Volontariato Civile): «purtroppo, le procedure finanziarie volute stanno di fatto bloccando le attività in loco da alcuni mesi. La situazione, per le nostre controparti all?estero, è diventata insostenibile». Al seminario erano presenti i sottosegretari agli Esteri Serri e Toja, Stefano Boco, del Comitato ristretto sulla legge, i senatori Folloni e Bedin, firmatari di uno dei testi presentati e monsignor Nicora. Ad essi Alberto Piatti ha ricordato il principio di sussidiarietà, che deve essere alla base della nuova normativa, attenta alle persone e non solo ai bisogni. Cattive notizie, dicevamo all?inizio, anche dall?Europa, dove per effetto di una sentenza della Corte di giustizia del 12 maggio scorso, in risposta ad un esposto presentato da Inghilterra e Irlanda, ha bloccato tutti i finanziamenti per le linee dedicate all?esclusione sociale sostenendo che queste non sono dotate di ?base legale? nel Regolamento del Consiglio d?Europa. Si tratta di ben 43 linee di finanziamento per un totale di 395,4 milioni di Ecu: tra questi, 200 milioni di Ecu erano previsti come cofinanziamenti dei progetti delle Organizzazioni non governative. I coordinamenti delle Ong europee hanno avuto contatti con la Presidenza Inglese che ha garantito che l?accordo tra i 15 Paesi, che dovrebbe dare la ?base legale?, è in fase di traduzione e dovrebbe essere approvato dal Consiglio entro questo mese. I cooperanti italiani ed europei, intanto, possono aspettare.


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