Milano
La voce delle periferie nel segno di Jannacci, Gaber, Testori
Alla Fabbrica del Vapore un percorso fra immagini e video curati da Marco Garofalo daranno spazio, luce e voce ai protagonisti che abitano oggi le periferie di Jannacci, Gaber e Testori. In programma anche session collettive di beatmaking, talk, incontri e performance musicali fra trap e drill. Inaugurazione sabato 30 settembre ore 18.00
di Redazione
Accadono quest’anno tre anniversari che portano Milano a rinnovare la riflessione su sé stessa: Enzo Jannacci ci ha lasciato da dieci anni, Giorgio Gaber da venti, Giovanni Testori da trenta, ed è nato cento anni fa. Ciò che lega queste tre personalità va oltre la comune passione per l’uomo, la creatività, le dissonanze con il potere e i palazzi. “La realtà si capisce meglio dalle periferie che dal centro”: questa espressione, spesso utilizzata da Papa Francesco, può bene esprimere la peculiarità che legava questi tre artisti. Parte proprio dalle periferie di Jannacci, Gaber e Testori, il progetto “Dove inizia la città” a cura di VITA Impresa Sociale e Casa Testori che dal 30 settembre al 15 ottobre racconterà anche le periferie di oggi attraverso una mostra, session collettive di beatmaking, talk, incontri e performance musicali. Il percorso di immagini e video, a cura di Marco Garofalo, uno dei maggiori fotoreporter italiani, darà spazio, luce e voce ai protagonisti che oggi abitano le periferie e che negli anni ha conosciuto, ritratto e intervistato. Marco Garofalo, indaga da tempo sulle nuove forme espressive che segnano la vita delle periferie. Il suo è un lavoro di documentazione che lo ha portato a stringere legami e rapporti di fiducia con i giovani, in gran parte rapper e trapper. Gli stessi ragazzi e ragazze che saranno protagonisti degli incontri e delle performance, per scoprire le sintonie dei loro lavori e delle loro voci con i tre grandi interpreti delle periferie milanesi. Un lavoro corale, che ha visto i primi incontri a inizio settembre e che confluirà nella realizzazione, curata da Jaybee Vibes, di un EP che raccoglierà le tracce prodotte campionando frammenti ricavati da canzoni, interviste, letture di Jannacci, Gaber, Testori e nella live session collettiva di beatmaking curata da MAS dove i producer creeranno davanti al pubblico tracce partendo dalla campionatura di frasi e musiche dei tre autori
La sede dove tutto ciò avverrà è la Fabbrica del Vapore, un luogo centrale non solo geograficamente, ma perché è stato il primo spazio indipendente dedicato all’arte contemporanea a Milano. È qui che giovani artisti legati alle realtà attive milanesi si incontreranno con alcune persone vicine ai tre grandi artisti, per affetti e professione, tra cui Riccardo Bonacina (Vita Impresa sociale), Giuseppe Frangi (presidente Associazione Testori), il fotografo Marco Garofalo, Paolo Dal Bon (Fondazione Gaber, Paolo Jannacci, Massimo Bernardini (giornalista e conduttore Rai), Giorgio Vittadini (presidente Fondazione per la Sussidiarietà).
«Jannacci, Gaber, Testori hanno guardato la realtà dalle periferie, quelle geografiche, quelle esistenziali (emarginazione, carcere, dipendenze), quelle linguistiche – afferma Riccardo Bonacina, presidente onorario e fondatore di Vita -. Questa capacità ha fondato e caratterizzato la loro arte, che aveva la periferia, in tutte queste accezioni al centro. “Dove inizia la città” scaraventa la vitalità e anche il caos proprio della periferia di oggi nel centro della città, nel suo cuore. La periferia al centro, appunto, come lo è stato, per tutta la vita per questi tre artisti».
La mostra interseca così le periferie cittadine: per Jannacci Baggio, Ortica, Idroscalo, Rogoredo, per Gaber il Giambellino, per Testori Ghisolfa, Bovisa, Affori, Roserio. Quelle esistenziali: dei barboni, dei piccoli truffatori, dei tossici, dei senza casa, dei carcerati, degli anziani soli, che popolano il teatro di Testori e le liriche di Jannacci e Gaber. Quelle linguistiche: i tre artisti, ciascuno con le proprie eccedenze, invenzioni, novità di espressioni, sapevano rinnovare i lasciti della tradizione e creare linguaggi che a loro volta ne innestavano di inediti, destinati a sedimentarne di nuovi ancora.
Renzo Piano guardando le foto del Giambellino il quartiere di Gaber nella Ballata del Cerutti, il suo antieroe che tentava maldestri furti di biciclette, ha detto: «Le periferie sono fabbriche di desideri. Ritratti di facce radiose, sorridenti nonostante tutto, chi coltiva pomodori nell’orto collettivo, chi con pazienza insegna italiano agli stranieri, chi straniero aggiusta il citofono del vicino italiano».
Per Giuseppe Frangi, presidente Associazione Giovanni Testori, «accompagnati da Jannacci, Gaber e Testori vogliamo ricentrare lo sguardo sulle periferie per capirne di più la vera anima, la vitalità e portare allo scoperto quella bellezza nelle sue forme attuali. Per questo “Dove inizia la città”, che a tutti gli effetti si innesta nel programma del Centenario Testoriano, non è un evento retrospettivo, come nessuno degli eventi che abbiamo promosso, ma un palcoscenico in cui vanno in scena le periferie che oggi abitano la città, che la determinano, che la cambiano».
«La modalità con cui Jannacci, Testori e Gaber si sono esposti su questo mondo reale delle periferie passa per un “sentire la vita” che vuol dire tenersi fedeli a una visione in cui periferia fisica e periferia esistenziale sono sempre affratellate – afferma Marco Garofalo -. Da qui i nessi, alcuni dei molti possibili, che in questa mostra, e nel programma di eventi e performance che la arricchisce, indaghiamo. Il linguaggio, come nascono le parole della periferia; il desiderio, espresso o sotto traccia che caratterizza i testi dei rapper; i legami, uno degli asset che rendono le periferie interessanti. La musica trap in questi ultimi mesi è ormai diventata sui media sinonimo di spaccio, violenza e criminalità, soprattutto nel nord Italia. Riducendo questo fenomeno solo a fatti di cronaca si rischia però di alzare un ulteriore muro di incomprensione e di sottovalutare un fenomeno che è sempre più diffuso e che andrebbe invece compreso. A volte credo che, se non ci fossero questi ragazzi e queste (purtroppo poche) ragazze, si saprebbero ben poche cose che succedono fuori dalle circonvallazioni (dai recinti come li chiama Tedua, il primo forse in Italia a cantare della legge della Giungla che impera nelle periferie). Ecco con il mio lavoro ho cercato di dare un volto a questo disagio e alla spinta creativa delle periferie, creando delle immagini che si mettono a metà fra l’immaginario trap/drill dei videoclip fatto di pistole (finte), droga, soldi (veri) e la cronaca superficiale di certa informazione che mette in luce solo i fatti di cronaca nera (una microscopica percentuale) e si dimenticano del resto del film».
L’inaugurazione dalle 18 alla Fabbrica del Vapore a Milano in via Procaccini 4. Ingresso libero, prenotazione consigliata (clicca qui)
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