Formazione

L’ambulanza salvavita è guidata dal satellite

Nasce il pronto soccorso telematico. Il computer di bordo riceverà dati e trasmetterà immagini per un consulto in tempo reale con i medici dell’ospedale

di Federico Cella

La cura che viene dallo spazio. Nessun intervento alieno, non c?è da preoccuparsi. Stiamo parlando in realtà di un progetto della Alenia Aerospazio, la compagnia ?astrale? della Finmeccanica, che tramite lo sfruttamento della comunicazione satellitare vuole progettare il futuro degli interventi sanitari: la telemedicina. Una prima applicazione di questa tecnologia è stata presentata alla recente edizione del Futurshow di Bologna e la vedremo in azione in occasione del Giubileo a Roma. Si tratta di quello che tecnicamente viene definito Presidio sanitario mobile (Pms), ossia una teleambulanza, un mezzo di pronto intervento in grado di trasmettere, e ricevere, in tempo reale – tramite la potenzialità della banda satellitare – sia dati che immagini mediche del paziente per un consulto specialistico immediato.
I vantaggi di una tale tecnologia applicata all?intervento medico appaiono più evidenti se si considera la possibilità di decentrare e di mobilitare puntualmente a seconda delle esigenze, il servizio di pronto soccorso. Questo può risultare determinante sia in situazioni di isolamento geografico, o, esattamente al contrario, in situazioni di grande traffico (vedi Giubileo), quando una corsa all?ospedale più vicino potrebbe risultare difficoltosa. La tempestività della cura a prescindere dai limiti territoriali, legata a un?assistenza medico-specialistica immediata, permetteranno anche di razionalizzare l?uso degli ospedali e di indirizzare il paziente nella struttura più competente.
Quella del Pms dovrebbe essere la prima applicazione pratica del progetto di telemedicina che Alenia da qualche anno sta sviluppado in collaborazione con l?ospedale milanese San Raffaele, tramite la fondazione del consorzio TelBios. Lo sfruttamento definitivo della tecnologia satellitare, con lo scopo di garantire una presenza medica costante e indipendente da strutture fisse, ha già visto nel progetto sperimentale Shared (Satellite health access for remote environment demonstrator) un primo successo. Si tratta di una rete europea di medicina satellitare, che ha già permesso di trattare a distanza 111 casi clinici, oltre a due operazioni chirurgiche assistite in diretta.

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