Cultura

Caccia alla carit

Mezzo lettore per ogni scrittore. Ma pullulano le scuole di scrittura creativa. Segno che ormai si scrive per se stessi senza incontrare la realtà. Come uscirne? Magari cercando un gesto di carità.

di Luca Doninelli

Il mestiere dello scrittore è in crisi. Secondo un?inchiesta fatta un paio d?anni fa dalla rivista libraria ?L?indice?, in Italia ci sono più scrittori che lettori. Ogni scrittore dunque non ha più i venticinque lettori di cui parlava Alessandro Manzoni: ne avrà sì e no mezzo, o al massimo tre quarti. Il fatto di avere pochi lettori è la causa della crisi della letteratura e, a un tempo, della sua proliferazione. Basta fare un giro tra le cosiddette scuole di scrittura creativa per rendersi conto che nella maggioranza dei casi l?ambizione di scrivere è determinata da una scommessa con se stessi più che dalla necessità di dire qualcosa. Inoltre, la scarsità di lettori mette lo scrittore (o lo scrivente) al riparo da pericolose responsabilità morali. Anche molti romanzi di successo rispecchiano questa crisi. Se analizziamo il comportamento dei protagonisti – anche e soprattutto i protagonisti positivi – ci accorgiamo che ben raramente i loro atti dipendono da qualcosa che accade nella realtà; nella migliore delle ipotesi, la realtà è un pretesto per tirar fuori qualcosa che stava dentro. La persona non si costituisce nel rapporto con le cose, l??io? non è mai anche un ?tu?, ma preesiste alle cose e a qualunque ?tu?. Perciò la letteratura contemporanea, specie in Italia, è così povera di grandi azioni: tragiche, eroiche, è così povera di atti di carità. C?è tanta gente alla ricerca di se stessa, ma poca gente capace di vere azioni. La ragione di tutto questo sta, secondo me, in un fatto molto evidente, ma del quale non parla quasi nessuno: la scomparsa del popolo. Chi sono, infatti, i lettori di uno scrittore? Cos?hanno, i pochi o tanti lettori che incontra, a che vedere con lui? Gli editori conoscono molto bene questo problema, e cercano di porvi rimedio secondo un criterio che definirei sociologico: stanno attenti, cioè, a tutto ciò che può fare moda. Le conseguenze di questo, se il gioco funzionasse, sarebbero tremende: in ultima analisi, avrebbe senso leggere solo i libri di moda, perché sarebbero i soli a stabilire un rapporto qualunque con una massa di lettori e non solo con una somma (precaria) di singoli individui. Per fortuna il gioco non funziona, e io posso così premettermi di dire quello che per me è vero: che, cioè, lo scrittore è prima di tutto un testimone della realtà, uno che vede le cose e ne fa il resoconto, infischiandosene se tutti dicono che le cose non stanno come dice lui. In un mondo come il nostro, dominato dalla piovra-tv, gli scrittori così sono destinati a soffrire. Chi può resistere, se il popolo non c?è più? Forse, solo chi ha il suo punto di riferimento ideale fuori da questo mondo. Nella trascendenza. Ma in una trascendenza presente, immanente, che riguarda la vita istante per istante. Altrimenti, è inevitabile che, prima o poi, si cerchi il successo o ci si abbatta se il successo non viene. Raccontare la carità, un gesto, un?azione concreta di carità, è allora una sfida per gli scrittori d?oggi: una sfida a privilegiare la realtà piuttosto della propria fantasia – o, meglio: a mettere la fantasia al servizio della realtà. La carità è un fatto, un evento che tocca il cuore, che sbaraglia gli schemi e i progetti. Il mondo non prevede la carità, ma la carità accade grazie a uomini che guardano oltre questo mondo. E proprio perché sanno guardare oltre gli stereotipi con cui ci costringono a guardare il mondo, lo sanno anche amare. È per raccogliere questa sfida che, insieme a ?Vita?, un settimanale che ama la realtà e che quindi, tra i pochi riesce anche a raccontarla, ho scomodato dieci scrittori come me. E anche quest?anno tutti gli interpellati hanno detto «Sì, ci proviamo». Per ?Vita?, certo, ma soprattutto per la nostra, personalissima, vita. I racconti dell?estate settimana per settimana Anche quest?anno Vita offre racconti inediti, scritti appositamente per i suoi lettori da alcuni dei più affermati, ma insieme scomodi, scrittori italiani. Dopo i cicli dedicati alle città, alla tv e all?essere padri e figli, quest?anno a tema, la carità. Ecco tutti gli appuntamenti da non perdere dovunque voi siate. Su questo numero Adriano Sofri racconta la storia dura ma commovente di un suo compagno di cella. E Mario Tuti confessa la tristezza e il dolore per un gesto di carità negato. Sul n. 29 in edicola da sabato 18 luglio Franco Loi ricorda un amico scomparso scorrendo il filo dei suoi nascosti gesti di carità. Sul n. 30 in edicola da sabato 25 luglio Erri De Luca, ovvero quando la carità si fa ?prossima? e diventa un gesto d?affetto. Sui numeri seguenti Dalla penna e dal cuore di Raul Montanari, Guido Conti, Enzo Fontana, Dario Voltolini, Aurelio Picca, Susanna Tamaro, Luca Doninelli.


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