Cultura

Diritti, Amnesty offre i propri esperti all’Onu

I occasione della 57ma sessione Onu sui diritti, l'associazione umanitaria chiede l'utilizzo degli esperti tematici. E denuncia le chiusure degli Stati.

di Giampaolo Cerri

In occasione dell?apertura dei lavori della 57ma sessione della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, (19 marzo ? 27 aprile) Amnesty International si appella agli stati membri affinché vengano usati in modo efficace i propri esperti tematici per prevenire le crisi dei diritti umani.

“Gli esperti tematici sono stati introdotti per affrontare gravi violazioni dei diritti umani quali tortura, ?sparizioni? e violenze nei confronti delle donne ma si trovano a dover sprecare tempo e risorse preziosi per farsi invitare dai governi”, dichiara Amnesty International.

Quest?anno, l?organizzazione per la difesa dei diritti umani sollecita tutti gli stati membri ad invitare gli esperti nei loro paesi, senza più la necessità di dover chiedere loro il permesso. Allo stato attuale, alcuni stati rispondono con prontezza, alcuni bloccano gli inviti mentre altri addirittura non rispondono affatto. Per esempio, la Commissione ha richiesto a tre relatori speciali di visitare la Cecenia ma a tutti e tre è stato negato l?accesso.

Oltre alla Federazione Russa/Cecenia, Amnesty International segnalerà alla Commissione la propria preoccupazione per la situazione in Colombia, Indonesia, Arabia Saudita, Sierra Leone e Togo dove continuano ad essere segnalati casi di persone ?scomparse?. Gli attuali standard dell?ONU vietano la pratica delle ?sparizioni?, ma non forniscono misure specifiche per fermare, prevenire e punire tali violazioni.

La bozza del testo della Convenzione sulle sparizioni, attualmente in mano alla Commissione, definisce le sparizioni forzate come un crimine internazionale e prevede un Comitato contro le Sparizioni in grado disvolgere indagini sul posto. Amnesty International chiede alla Commissione di stabilire la creazione di un gruppo di lavoro con la partecipazione di organizzazioni non-governative per rafforzare la stesura della bozza.

Inoltre, l?organizzazione segnala la pena di morte come violazione del diritto alla vita e si appella ancora una volta alla Commissione per l?adozione di una risoluzione per la moratoria delle esecuzioni. Dal 990, la Repubblica Democratica del Congo, l?Iran, la Nigeria, il Pakistan, l?Arabia Saudita, gli Stati Uniti e lo Yemen hanno messo a morte persone minori di 18 anni al momento del crimine. Secondo Amnesty International, la Commissione dovrebbe confermare che tali esecuzioni contravvengono il diritto internazionale e dovrebbe sollecitare tutti gli stati a vietare le esecuzioni di criminali minorenni non solo nella pratica ma anche nelle previsioni normative.

Nel corso della 57ma sessione, Amnesty International eserciterà pressione affinché venga adottato un Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la Tortura che sia forte e che permetta visite d?ispezione ai luoghi di detenzione.

Con l?avvicinarsi della Conferenza Mondiale contro il Razzismo da svolgersi in Sud Africa nel settembre prossimo, la Commissione dovrebbe sollecitare tutti gli stati che non hanno ancora provveduto a farlo, a ratificare delle convenzioni contro il razzismo e il genocidio – la Convenzione sull?Eliminazione di ogni forma di Discriminazione Razziale e la Convenzione per la Prevenzione e la
Punizione del Crimine di Genocidio.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.