Migranti

Ventimiglia, adesso la Francia rimanda in Italia i minori non accompagnati

Parigi blinda i confini. La testimonianza di Jacopo Colomba dell’organizzazione umanitaria WeWorld: «Mentre prima almeno i minori riuscivano a passare il confine, negli ultimi mesi anche loro vengono, pur dichiarando di essere minorenni, respinti illegalmente in Italia»

di Anna Spena

130.620 è il numero dei migranti sbarcati sulle coste italiane dal 1 gennaio 2023 (dato aggiornato al 19 settembre 2023). 11.649 è invece il numero dei minori stranieri non accompagnati – Misna (dato aggiornato al 18 settembre). Un aumento degli sbarchi, aumento che ha coinvolto soprattutto l’isola di Lampedusa portando gli hotspot al collasso, si traduce anche in una presenza maggiore dei migranti bloccati sulle frontiere terrestri

Il confine italo – francese

Sul confine italo-francese «da dieci giorni gli arrivi sono raddoppiati», spiega Jacopo Colomba, project Manager di WeWorld a Ventimiglia. L’organizzazione è presente dal 2016 su quel confine e ha sviluppato interventi di supporto per migranti e richiedenti asilo in transito: dall’assistenza legale e sociale alla distribuzione di beni di prima necessità. «Possiamo stimare», spiega Colomba, «che attualmente a Ventimiglia siano presenti dai 300 ai 400 migranti e che i respingimenti da parte della polizia di frontiera francese siano arrivati a 150 al giorno, con picchi fino a 250. Si tratta di numeri significativi soprattutto se comparati a quelli degli ultimi cinque anni dove le presenze non hanno mai oltrepassato le 300 persone». Inoltre se prima la permanenza sul territorio non superava i tre giorni, ora, con l’aumento dei controlli da parte della polizia francese, le persone rimangono bloccate più tempo prima di riuscire a passare il confine. «Chi ha più disponibilità economica», spiega Colomba, «si affida ai trafficanti, questi nascondono i migranti in macchina o nel retro dei camion, il costo è di 250 euro circa, a persona, fino a Nizza. Qualcuno prova a passare il confine in treno, ma anche qui i controlli sono aumentati e fatti su base etnica. E poi c’è chi tenta di passare il confine camminando sulla ferrovia, o in autostrada, o ancora per i sentieri del crinale: il più famoso è il cosiddetto “passo della morte”, alla fine del quale la polizia francese ha installato telecamere e droni per controllare la montagna dall’alto». Quasi nessuno arriva più dalla Rotta Balcanica «quindi», aggiunge Colomba, «la maggior parte delle persone che sosteniamo e incontriamo è arrivata via mare. Le nazionalità prevalenti sono quella eritrea, sudanese, sud sudanese ed anche etiope. E poi tutta la parte che riguarda l’Africa francofona tra cui Guinea, Costa d’Avorio, Mali, Camerun e ultimamente stiamo incontrando anche tunisini. Il 20% dei migranti che intercettiamo sono minori stranieri non accompagnati». 

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I minori stranieri non accompagnati

E la situazione dei misna (ne abbiamo parlato in questo pezzo Lampedusa, minori non accompagnati sempre più piccoli. Gli operatori: «Anche bambini di tre anni») è particolarmente drammatica. «Molti ragazzi che dichiarano di essere minorenni vengono respinti illegalmente in Italia, anche se dovrebbero essere sistematicamente ammessi in Francia senza indugio», spiega Colomba. WeWorld ha firmato – insieme ad altre ong francesi – un appello per chiedere il pieno rispetto della convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia nel dipartimento delle Alpi Marittime. «Spetta all’Aide Sociale à l’Enfance – Ase», si legge nel documento, «un servizio del dipartimento delle Alpi Marittime, valutare la loro minore età, non alla polizia. Eppure questi ragazzi vengono respinti dalla polizia senza alcuna valutazione preliminare da parte dell’Ase. Numerosi testimoni hanno riferito che la polizia ha registrato date di nascita false per giustificare il respingimento. Inoltre i minori vengono respinti con l’ obbligo di lasciare il territorio francese e un divieto di ritorno sul territorio francese, senza essere informati dei loro diritti, situazione che rende molto difficile il ricorso e costituisce una grave violazione. Già lo scorso aprile alcuni minori sono stati trattenuti nei locali della Polizia di Frontiera (Paf) in attesa di essere presi in carico dal dipartimento. Lunedì 21 agosto erano stati trattenuti 68 minori in locali assolutamente inadeguati e in condizioni igienico-sanitarie deplorevoli: nel bel mezzo di una vera canicola, ammassati l’uno all’altro, dormendo per terra con solo un lavandino e un bagno. A ancora il 23 agosto i minori trattenuti sono stati 78. Diversi minori sono stati privati di libertà per 3-5 giorni, in chiara violazione della convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, di cui la Francia è firmataria». 

«Sta accadendo», spiega Colomba, «che anche sulle coste italiane un minore che si dichiara tale non venga ascoltato, perché si pensa che lo stia dichiarando in modo strumentale».

Foto apertura Marco Alpozzi/LaPresse

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