Volontariato
Energia nucleare: favorevoli il 59% degli europei
I risultati della ricerca effettuata da Eurobarmeter intervistando 16mila cittadini dei 15 Stati dell'Unione. Per tutti è grande la preoccupazione per la dipendenza energetica da altri Paesi
Il 59 % degli europei sarebbe favorevole allo sviluppo dell’energia nucleare e riconosce l’importanza della ricerca per la produzione di questa energia, prima di tutto per la sicurezza degli impianti e del trattamento delle scorie, sottolineando però la necessità di proseguire nello sviluppo dei processi di fusione come fonte energetica per il futuro. È uno dei dati che emergono dall’indagine effettuata da Eurobarometer intervistando 16mila cittadini dei 15 Stati europei ponendo loro domande del tipo: come immaginate l’energia del futuro? Quali sono le priorità, le preferenze individuali e i modelli di uso energetico? Quali soluzioni?.
Ed ecco alcune delle risposte: uno sviluppo tecnologico che punti alla massima efficienza energetica; disponibilità a spendere di più per energie da fonti rinnovabili; scarsissima propensione a modificare i propri comportamenti energetici; scarsa consapevolezza dell’impatto della proprie abitudini sui consumi energetici totali e convinzione diffusa che a consumare energia (e ad inquinare) siano quasi esclusivamente le industrie.
La maggior parte degli europei, ha sottolineato il Commissario europeo alla ricerca, Philippe Busquin illustrando i risultati dell’indagine, è preoccupata della crescente dipendenza energetica dei Paesi in cui vive; riconosce anche che la dipendenza dell’Europa da fonti energetiche esterne è critica. Tuttavia, c’è scarsa disponibilità a modificare le proprie abitudini di consumo energetico, ed è alta la richiesta di maggiori ricerche per sviluppare tecnologie che richiedano quantità ridotte di energia e per sfruttare fonti energetiche alternative ai combustibili fossili, come la fusione nucleare.
Intanto, l’Unione europea nei prossimi quattro anni investirà 750 milioni di euro in ricerche sulla fusione nucleare.
Per maggiori dettagli e informazioni sui risultati dell’indagine :
Energy research della Commissione Europea
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