Non profit

Una nuova società si fa largo

Ma c’è chi neppure se ne accorge

di Giuseppe Frangi

Ernesto Galli della Loggia, uno dei più intelligenti osservatori della realtà italiana, nella sua rubrica sul supplemento del Corriere della sera ha sottolineato una tendenza di grande importanza: molte grandi multinazionali stanno affidando ad associazioni non profit da loro stesse finanziate il controllo sulla correttezza e sulla sostenibilità dei propri meccanismi produttivi. In altri tempi, anche recenti, si sarebbe liquidato la cosa con il vecchio detto ?se la suonano e se la cantano?. Oggi la cosa è, forzatamente, molto più seria. Il consenso dei consumatori è una scommessa vitale per tanti grandi marchi. E quel consenso non si regge più soltanto sulla convenienza e sulla qualità delle merci proposte. La notizia che un prodotto è esito di meccanismi produttivi perversi o di sfruttamento di soggetti deboli, può essere irrimediabilmente devastante . Di qui si capisce la necessità di cautelarsi drasticamente e di prevenire ogni possibile fenomeno di quel tipo. Questa la morale secondo Galli Della Loggia: il potere dei consumatori oggi è enorme, e il rispetto dei diritti umani in tanti ambiti in cui venivano sino a poco tempo fa spavaldamente calpestati, è nelle loro consapevoli o inconsapevoli mani.
In un?intervista raccolta da Walter Mariotti, che Vita pubblicherà sul prossimo numero, Galli della Loggia tira le conseguenze di questo suo ragionamento: il non profit è l?unico sbocco in grado di risolvere tante insanabili contraddizioni del capitalismo. Su questo numero di Vita invece i lettori troveranno un?altra interessantissima riflessione su questo tema: è l?intervista ad Angelo Ferro realizzata da Francesco Maggio. Ferro non è un nome da prima pagina del capitalismo italiano, ma ha dietro di sé una storia che ne fa un personaggio di assoluta autorevolezza. Oltre alla sua normale attività, è anche presidente di una fondazione che controlla case di riposo per anziani, unanimemente ritenute dei modelli di gestione, con ben 2100 posti letto. In questi panni ha inventato un strumento finanziario nuovissimo: dei bond etici per finanziare la ristrutturazione di una di queste case e aumentarne la capienza. L?emissione ha avuto un grande successo anche perché, oltre una certa cifra, garantiva ai sottoscrittori la possibilità di ricovero in caso di necessità.
Anche questo è un esempio di come nuovi modelli sociali si stiano facendo largo, non grazie a particolari eroismi, ma grazie all?intelligenza e alla fantasia di personaggi che individuano una convenienza molto più interessante degli stessi profitti economici. Purtroppo questi dinamismi in grado ci cambiare e di rendere più giusta la convivenza, nel mondo ricco e, di riflesso, non solo in quello, trovano un ostacolo nell?ottusità della politica. Il dibattito che ci accompagna alle elezioni purtroppo conferma questa grave arretratezza: vecchie schermaglie ideologiche sembrano fatte apposta per tenere in ostaggio le energie della sociali più vive. Un esempio: la riforma fiscale delle donazioni, per alzare la deducibilità ai livelli di ogni Paese civile. Questa è una decisione che può innescare meccanismi sociali decisivi per il nostro futuro. Ma qualcuno ne ha sentito parlare?
P. S.: Si parla invece tanto e astrusamente di riforma della scuola. Peccato che tra rivoluzioni e controrivoluzioni dei programmi si dimentichino poi le questioni più concrete ed essenziali. Come la vivibilità e la sicurezza stessa delle aule. Un?inchiesta di Legambiente condotta settimana scorsa aveva svelato un livello di degrado disarmante, con sei edifici su dieci senza adeguate strutture antincendio e un 20% di istituti superiori con tetti scadenti o pericolosi. La tragedia di Legnago quindi non è frutto della casualità. E alla luce di quel fatto, il dibattito sulla riforma diventa davvero un po? grottesco. Si vorrebbe fare la nuova scuola e intanto le scuole crollano?

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