Cultura

Adriano Sofri e l’amor di Dio

Dopo i “Racconti dell’estate”, una lettrice entusiasta ci scrive

di Redazione

Cari amici di Vita, complimenti per la vostra iniziativa ?I Racconti dell?estate?, che seguo ormai da tre anni. Sono d?accordo con voi quando dite che per capire cosa sia la carità spesso non servono ragionamenti complicati ma basta ascoltare quello che ci comunicano persone, come gli scrittori, che parlano della realtà con cuore aperto. Ho apprezzato particolarmente la storia che ha raccontato nello scorso numero Adriano Sofri, quella del detenuto tunisino che aiuta il suo compagno di cella italiano e tangentaro. Non conosco il signor Sofri, e della sua vicenda giudiziaria so soltanto quello che hanno scritto i giornali, anche perché all?epoca dei fatti ero poco più che una bambina. Ma il racconto che ho letto la scorsa settimana non è stata l?unica cosa che mi fa stimare Adriano Sofri come uomo e come scrittore. Vorrei infatti segnalarvi la prefazione scritta da lui all?ultimo libro di Ernesto Olivero, ?Meditazioni per il nuovo millennio?. È un brano di rara intelligenza e commovente allo stesso tempo, e un po? mi stupisce che ?Vita? non ne abbia parlato. Ma vorrei provare nel mio piccolo a colmare questo ?vuoto? riportandone una parte sperando che venga pubblicata, anche perché parla anch?essa di ?carità?. Scrive Sofri a un certo punto: «Solo l?amore, nella nostra comune esperienza, è capace di restituirci una sicurezza non intimidita e addomesticata, la sicurezza delle domande e delle corse dalla madre e dei disegni infantili; la sicurezza né ostentata né frenata dalla buona educazione, dal rispetto umano, dalla soggezione all?intelligenza e ai suoi conformismi e alle sue trasgressioni. Solo l?amore regala la dedizione e la libertà. I pensieri di Olivero sono pensieri di un amore che non si stanca e non si acqueta; e che non ?matura? neanche, se si chiami maturità quell?affezione forte, tenace, strenua magari ma che ha dovuto pagare al tempo il prezzo degli angoli smussati, delle parole usate, dell?abbandono di quella bella poesia che l?aveva ispirato. L?amore di Dio – che materna espressione, ?per l?amor di Dio? – conserva in alcuni la bellezza e la poesia del primo giorno. È un dono, ma bisogna ogni volta riguadagnarselo. Bisogna ogni giorno rinnovarne i gesti e gli sguardi, le parole e i silenzi, i fiori e le imprese. Bisogna ogni giorno far correre la spola».

Francesca Fontana Genova


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