Mondo

Iraq: le bombe non fermano “Un ponte per…”

A Bassora l'associazione garantisce un presidio sanitario.

di Redazione

Pesanti bombardamenti di aerei americani e britannici sono in corso anche stamane su Bassora, ma l’attività di ‘Un Ponte per Baghdad’ continua ”senza sosta’. Nella città a sud della capitale irachena è stato allestito un pronto soccorso nei locali adibiti a dispensario per bambini affetti da malattie gastrointestinali. A causa dei pesanti bombardamenti il presidio medico della città e’ rimasto senza finestre: i vetri sono andati in mille pezzi. Lo staff del presidio medico a Bassora e’ composto da 15 persone tra medici ed infermieri più due persone, tutti di nazionalità irachena, che seguono l’amministrazione. Alte colonne di fumo si alzano dalla citta’ e i boati delle esplosioni di ”missili e bombe si odono chiaramente al telefono. Lo ha raccontato all’Ansa Nello Rienzi che fa parte dell’organizzazione che da anni lavora in Iraq e d e’ in costante contatto telefonico con i volontari dell’associazione. Rienzi ha anche annunciato che ”difficoltà permettendo” sta per entrare in Iraq una cooperante italiana che si occuperà di coordinare l’attività dell’assistenza umanitaria. Il primo fronte e’ l’emergenza idrica. In queste ore, il personale di un Ponte per Baghdad sta lavorando all’installazione di dieci cisterne supplementari nei dieci ospedali di Bassora” Poi, ha detto ancora Rienzi ”installeremo 3 unita’ mobili di potabilizzazione in grado di distribuire acqua a circa 200 mila persone, ci concentreremo sulle centrali di potabilizzazione esistenti e sulla manutenzione dei generatori elettrici di emergenza”. Oltre all’acqua potabile, Un ponte per Baghdad sta distribuendo cibo ai bambini colpiti da malnutrizione, nel sostegno alle strutture sanitarie pubbliche e nell’assistenza agli sfollati. Sono stati presi accordi di collaborazione con l’Unicef e con la Mezza Luna Rossa irachena, e l’ufficio continuerà a lavorare per tutto il periodo della guerra. Anche ”il nostro ufficio a Baghdad – ha detto Rienzi – continua a lavorare a pieno regime: abbiamo inviato scorte di medicinali per un anno e acquistato coperte e altri generi di prima necessita’ per una centinaia di migliaia di euro”. Naturalmente, per interventi di questo tipo servono fondi. La settimana scorsa e’ stata lanciata in Italia una campagna di sottoscrizione e finora sono stati presi impegni da parte di enti locali per circa 200 mila euro. ”Ma l’obiettivo – precisa Rienzi – e’ di raggiungere almeno un milione di euro”. La notte scorsa Fabio Alberti, presidente dell’organizzazione ha lasciato Baghdad per recarsi ad Amman, in Giordania. Era uno dei pochi italiani che ancora si trovavano a Baghdad. Ma cosa dice la popolazione irachena della guerra? Sulle cause del conflitto, gli iracheni non hanno dubbi: ”Il petrolio è la nostra maledizione gli americani stanno venendo qui a prendersi il petrolio”, ha spiegato Alberti. In queste ore, la televisione qatariota al Jazira ha detto che nei bombardamenti di aerei F-16 a Bassora ci sono stati 50 morti. Notizia questa che un ‘ponte per Baghdad non e’ pero’ in grado di confermare.


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