Mondo

Gli Usa scoprono le coop sociali

Nuova tendenza per le charities che si occupano dei poveri americani: promuovere attività imprenditoriali per dare lavoro agli esclusi

di Carlotta Jesi

Cooperativa sociale, in America, si dice social-purpose venture. Letteralmente, una speculazione con fini sociali. In realtà, la parola che secondo gli esperti del Terzo settore meglio s?addice a spiegare un fenomeno che Oltreoceano non s?era mai visto: charity a corto di fondi che non potendo più assistere i loro beneficiari s?inventano un business per farli lavorare. E guadagnare. Possibile? Il fenomeno è tanto poco marginale, spiega il quotidiano Christian Science Monitor, che il centro studi Pew Charitable Trust è riuscito a quantificarlo: s?è già dato agli affari il 42% delle non profit americane e un altro 23% dichiara di volerlo fare appena possibile. Non tutti riescono a farcela, è chiaro: attualmente solo il 35% delle social-purpose venture fa profitto, il resto chiude o trova forme temporanee di finanziamento. «Ma la novità resta», spiega Jaycee Pribulsky, il program manager di Seedco, associazione newyorkese che, dal 1986, presta consulenza e fondi alle charity decise a fare impresa sociale. «E se non è detto che riesca a salvare il non profit, di certo le rende più indipendenti dalla generosità dei donatori e, quindi, più capaci di portare avanti la loro missione sociale». Che Pribulsky potrebbe aver ragione lo prova l?aumento vertiginoso dei suoi clienti: nel 2000 Seedco ha fatto consulenza d?impresa a 20 gruppi senza scopo di lucro, nel 2002 a 150. Il tipo di avventura imprenditoriale su cui punta il Terzo settore americano? Dimenticate lo studio di asteroidi, che presto o tardi potrebbero colpire la terra, finanziato da Bill Gates e portato a esempio di start up sociale dai giovani filantropi che hanno fatto i soldi con Internet e oggi si chiamano venture capitalist. È di mense, biciclette usate e trasporto merci che si occupano i social-purpose venture. Con l?obiettivo di offrire un servizio monetizzabile e allo stesso tempo dare un lavoro a ex detenuti, tossicodipendenti, ragazzi difficili che abbandonano la scuola. Qualche esempio? La Delancey Street Foundation di San Francisco che assume ex detenuti nei suoi ristoranti e falegnamerie. Ma anche il Recycle a Bicycle che insegna ai ragazzi con poca di voglia di studiare l?arte di rimettere in sesto una bicicletta e di gestire un piccolo negozio da ciclista. Nella stessa direzione, dare strumenti operativo economici al mondo sociale, va, tra l?altro, la riforma del non profit inglese, presentata nell?ottobre scorso da Tony Blair. Il ministro degli Interni, David Blunkett, il mese scorso, ha comunicato che tutto è pronto.


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