Welfare

Due milioni di persone, ieri per il Newroz in Turchia

Presente anche una delegazione italiana

di Redazione

Una folla incalcolabile, forse più di due milioni di persone, sta dando vita in queste ore alla più grande festa del Newroz (Festa di nuovo anno, rinascita e liberazione) che si ricordi nella storia kurda in Turchia. La delegazione italiana di 43 persone sta seguendo le due manifestazioni più grandi, oltre 500.000 persone a Diyarbakir e 150.000 a Van. Tutte le città kurde brulicano di folle danzanti intorno ai fuochi della libertà: 120mila a Batman, 30mila a Antep, 20mila a Urfa, Hakkari e Siirt, 10mila a Dogubeyazit e Mus, migliaia anche in piccoli centri come Adyaman, Dersim, Agri, Elbistan, Nusaybin, Sirnak, Silopi, Bingol, Patnos. Ma anche nelle città turche i profughi kurdi hanno dato vita a grandi raduni: 150mila a Mersin, 70mila a Adana, 60mila a Izmir e a Istanbul (dove si moltiplicano altre manifestazioni in ogni quartiere), 10mila a Manisa, Bursa, Konya, 7-8mila ad Ankara, tremila a Kocaeli… Non sempre le manifestazioni si sono svolte tranquillamente: a Mersin la polizia ha attaccato la folla dopo la comparsa di un grande ritratto di Ocalan, a Marmaris è stato arrestato il presidente del partito Hadep e a Silopi è stata sigillata la sede del partito, si registrano scontri ad Antalya e, con numerosi feriti, a Sirnak. Ma nel complesso la pressione popolare ha avuto ragione dei tentativi di vietare le manifestazioni o di ricondurle a una celebrazione formale e folklorica. Ovunque gli slogan per Ocalan (“Biji Serok Apo”), per la pace, la convivenza e la dignità dei popoli e contro la repressione hanno dato al Newroz il valore di un nuovo inizio. Particolarmente toccante il minuto di silenzio per Ocalan, le dita levate in alto, dell?immensa folla di Diyarbakir. Grande la presenza delle donne che hanno colorato le manifestazioni, specialmente a Batman, con i colori kurdi, nonostante i controlli della polizia che ovunque perquisiva i partecipanti e sequestrava ogni cartello e oggetto in lingua kurda o nei colori kurdi. Il presidente dell?Hadep, Murat Bozlak, ha detto a Diyarbakir che “i milioni di kurdi che oggi si sono levati in piedi sono la miglior risposta ai signori della guerra, a coloro che continuano a sequestrare, torturare e uccidere nelle città turche o preparano avventure militari nel Kurdistan irakeno”. Centinaia di migliaia di kurdi hanno manifestato e festeggiato in tutte le città tedesche, in molte metropoli europee e nel Medio oriente, in particolare a Kirmanshah (Iran) e nelle città libanesi, così come nei campi profughi come quello di Mahmura, nel Kurdistan irakeno. Gli osservatori italiani hanno incontrato numerose organizzazioni della società civile a Diyarbakir, mentre a Van la polizia ha interrotto brutalmente il loro incontro con l?Hadep e impedisce ogni ulteriore contatto con la popolazione. A Diyarbakir però la polizia ha sequestrato per tre ore e picchiato il loro interprete kurdo. Domani è previsto che raggiungano Hasankeyf, la storica città destinata da una diga alla distruzione, e Dogubeyazit, il centro sull?Ararat amministrato da una donna dell?Hadep già protagonista della marcia Perugia-Assisi. Al ritorno in Italia, sabato 24, terranno una conferenza stampa alle 12.30 nella libreria Odradek di Roma (via dei Banchi Vecchi 57) e poi parteciperanno a Bologna alla grande festa italiana del Newroz, nel Tpo di viale Lenin, con tutta la diaspora kurda in Italia e gruppi musicali dall?estero.


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