Volontariato

Una figlia disabile, un papà avvocato. E poi… La rivincita di Arianna

Ha 6 anni ed è affetta da un male misterioso che le impedisce di parlare e le rende difficoltosi i movimenti.

di Redazione

Arianna è una bambina senza diagnosi. Fuori dal linguaggio medico specialistico significa che soffre di una malattia sconosciuta: “benché la sua cartella clinica abbia fatto il giro del mondo, nessuno ha saputo aiutarci”, ricorda Alfonso Amoroso, che oltre a essere il suo avvocato è anche suo papà. Arianna oggi frequenta il terzo anno di asilo presso l?istituto scolastico don Paolo Albera a Roma: “è bella, alta, a vederla nella foto di classe non sembra diversa dagli altri”. Un anno di ritardo Arianna però non parla e non possiede nemmeno la piena sovranità dei movimenti del suo corpo. Per un problema ai muscoli della bocca, inoltre, perde saliva di continuo. Malgrado i suoi 6 anni e mezzo va ancora all?asilo. “Da presuntuosi abbiamo commesso l?errore”, si dispiace ancora oggi suo padre, “di iscriverla con un anno di ritardo. Quando hai un figlio così ogni ingerenza nella vita familiare ti sembra un?intrusione anche quando si tratta di un diritto come l?assistente educativa comunale o le agevolazioni pubbliche”. E anche il sostegno scolastico che ad Arianna spetterebbe interamente per le otto ore quotidiane. Ma in questi anni non tutto è filato liscio. L?avvocato Amoroso ricorda: “Il primo anno Arianna è stata addirittura coadiuvata da una docente ordinaria, non specializzata nel supporto a studenti disabili; l?anno scorso, invece, è stata seguita da due insegnanti differenti, con tutte le carenze del caso, poi quest?anno è successo quello che è successo”. All?inizio dell?anno scolastico la scuola ha infatti comunicato all?avvocato Alfonso Amoroso e a sua moglie Anna che le ore di sostegno per la loro bambina erano state ridotte drasticamente: da una copertura totale si passava a due ore al giorno. “Se mi metto a giocare con mia figlia”, spiega l?avvocato, “fare una costruzione, per esempio, con il mio aiuto lei ce la fa. Se invece la lascio sola, gioca un minuto poi butta tutto all?aria, si stanca dieci volte di più rispetto ai suoi coetanei”. Arriva il fratellino Arianna non parla, è vero, non ha mai raccontato nulla della sua vita in aula, ma certo non le mancano le maniere per comunicare con papà, mamma e il fratellino di quattro anni (“la nascita di Annibale è stato come un salto nel vuoto finito bene, avevamo terrore che potesse soffrire degli stessi problemi della sorella, è stato come dire: la vita prosegue”). Tornando ad Arianna l?avvocato Amoroso non nasconde come non tutto nel rapporto con lei abbia logica: “A voce non so proprio spiegare come si esprime e nemmeno come noi riusciamo a capire che, per esempio, a lei piacciono le maestre con la carnagione scura. Forse è una magia”. In ogni caso, negli ultimi tempi qualcosa non andava: “Arianna non comunicava più le attività che svolgeva a scuola, sembrava annoiata”, spiega il padre. Un bidello per maestro Sua figlia infatti da quest?anno passava diverse ore coi bidelli, “a non fare niente”, dice il padre: la mannaia dei tagli al numero degli insegnanti di sostegno si era quindi abbattuta anche sulla bambina senza diagnosi, “con il rischio di cancellare con un colpo di spugna tutti i progressi che Arianna ha compiuto in questi anni”. Da parte sua il corpo insegnanti “si è dimostrato autenticamente mortificato, ma non ha potuto fare altro che comunicarci il taglio delle ore di sostegno ?per mancanza di personale?, ci hanno riferito”, giustificazione che l?avvocato Amoroso comprende (“ci sono anche altri bambini con dei problemi e vanno seguiti”), ma che non gli impedisce di lanciare l?offensiva contro “un sistema che non permette allo studente disabile di mettere in risalto la sua personalità e gli preclude la possibilità di essere inserito nel mondo”. Ecco il processo A ottobre si apre quindi la causa. L?avvocato Alfonso Amoroso, ?esperto di contenziosi commerciali?, ricorre in giudizio contro il ministero dell?Istruzione, il Provveditorato agli studi di Roma e l?istituto don Paolo Albera. Il processo dura oltre due mesi, al termine dei quali il giudice Antonio Lamorgese il 17 dicembre scorso emette l’ordinanza: Arianna ha diritto a un apporto completo delle ore di sostegno per l?intera giornata scolastica. L?avvocato canta vittoria: “Abbiamo battuto la frustrazione di non essere in grado di aiutare i nostri figli. Sono orgoglioso e soddisfatto”. Arianna oggi continua a frequentare l?asilo don Paolo Albera (“malgrado tutto, il rapporto con le insegnanti è ancora ottimo”, testimonia il papà), e quando decide di giocare con le costruzioni c?è sempre la docente ?quella dalla carnagione scura? che l?aiuta a crescere.


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