Montagne da salvare

Una casa per chi vuol rilanciare l’Appennino

Fondazione Edoardo Garrone cerca la location dove svolgere "Progetto Appennino" 2024: fino a fine ottobre, una call per trovare partner fra fondazioni e enti pubblici. Il presidente Alessandro Garrone: «L'alleanza tra soggetti pubblici e privati è fattore vincente per progetti di sviluppo e rilancio territoriale capaci di porre al centro le conoscenze, la visione e l’intraprendenza delle giovani generazioni»

di Giampaolo Cerri

Il Progetto Appennino cerca casa. La grande iniziativa di Fondazione Edoardo Garrone sulle aree interne appenniniche, pensata per incentivare l’insediamento in montagna di giovani start-up, è come di consueto alla ricerca di una location dove svolgere la fase finale del progetto per l’anno 2024.

Giunto alla sua quarta edizione, Progetto Appennino si basa, come i lettori di VITA ricorderanno, su una formula che coniuga appunto il sostegno alla nascita di nuove giovani imprese, attraverso l’alta formazione dell’incubatore ReStartApp, «con il consolidamento e l’innovazione del tessuto imprenditoriale esistente», osservano da Genova, sede della Fondazione, «grazie ai percorsi di accelerazione Vitamine in azienda e creazione di reti Imprese in rete, dedicati alle imprese locali». Si tratta di strumenti «concreti ed efficaci al servizio di strategie di sviluppo locale che vogliano puntare sull’imprenditorialità quale volano di coinvolgimento e valorizzazione di tutte le risorse materiali e immateriali della comunità».

Quali partner

Spiega la nota della Fondazione che «possono candidarsi enti privati e pubblici, costituiti in partenariati guidati da una fondazione (bancaria, d’impresa, di famiglia o di comunità), che rappresentino specifiche aree appenniniche di tutta Italia e vogliano accogliere e sviluppare sul proprio territorio l’originale modello di rilancio e di sviluppo sostenibile degli Appennini»

La  “call per i territori” è disponibile online sul sito web www.fondazionegarrone.it. Per candidarsi c’è tempo fino al 27 ottobre.

Come funzionerà? «Tra le candidature pervenute, Fondazione Edoardo Garrone selezionerà almeno due territori, che accederanno alla successiva fase di confronto e di approfondimento, per individuare il partenariato a cui assegnare l’edizione annuale del Progetto».


Mettendo a disposizione delle aree appenniniche competenze, relazioni, risorse e strumenti pratici, Fondazione Edoardo Garrone conferma così l’impegno per la riqualificazione delle aree interne del nostro Paese, avviato nel 2014 con il primo campus ReStartApp e consolidato negli anni in collaborazione con territori e partenariati da Nord a Sud Italia.

Sul punto interviene anche il presidente, Alessandro Garrone, terza generazione di una famosa famiglia di industriali genovesi impegnati in passati nel settore petrolifero e da quasi venti anni riconvertiti completamente alle rinnovabili con un caso che fa scuola, Erg, di cui è il vicepresidente esecutivo.

Il valore di una sinergia

«Con Progetto Appennino», spiega a VITA, «abbiamo sperimentato e stiamo validando un originale formula di supporto alle strategie di sviluppo dei territori appenninici, puntando sul pieno coinvolgimento dei giovani e di modelli imprenditoriali green, improntati sull’innovazione sociale e su una completa rivisitazione del concetto di valore aggiunto. Progetto Appennino dimostra ogni anno la sua efficacia perché ampiamente replicabile e adattabile a contesti e partneriati anche molto diversi tra loro», prosegue Garrone, «siamo infatti partiti dall’Appennino umbro-marchigiano, insieme a Fondazione Carisap, passando per l’Irpinia accanto al Comune di Avellino, per tornare dove abbiamo iniziato quasi 10 anni fa con il nostro primo campus, sull’Appennino ligure, a Sassello, nel cuore del Parco del Beigua, dove proprio in questi mesi stiamo lavorando insieme a Fondazione Compagnia di San Paolo. Ognuno di questi territori ha le proprie specificità e potenzialità», conclude, «in tutti i casi, accanto alla formazione e alle competenze specifiche offerte dai nostri percorsi, l’alleanza tra soggetti pubblici e privati è fattore vincente per progetti di sviluppo e rilancio territoriale capaci di porre al centro le conoscenze, la visione e l’intraprendenza delle giovani generazioni».

Alessandro Garrone aveva spiegato lo storico impegno filantropico della famiglia in un’intervista a VITA nel maggio scorso che si legge qui.

Un progetto che ha fatto rete

Intorno a Progetto Appennino si è rafforzata infine una solida rete di partner che condividono una visione di sviluppo delle aree interne e montane, capace di integrare le dimensioni economiche, sociali e ambientali e di mettere al centro i giovani e i loro progetti imprenditoriali. Sono infatti partner del Progetto Appennino: Fondazione Symbola, Legambiente, Uncem, Alleanza Mobilità Dolce, Club Alpino Italiano – Cai, Fondazione Cima, Federbim, Federforeste, Pefc Italia, Open Fiber e Tiscali

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