Responsabilità d'impresa
Se l’azienda è sostenibile, il mutuo costa meno
Il colosso della carta domestica Sofidel (marchio Regina) ha concordato un finanziamento con Crédit agricole Italia che dipende dal raggiungimento di precisi obiettivi ambientali e sociali. Ad agosto aveva concluso un accordo simile con Ing. Tra i criteri, la formazione dei dipendenti e la diminuzione degli infortuni
Come i parametri Esg guidano la gestione finanziaria delle aziende? Oltre agli obiettivi ambientali, in queste operazioni c’è spazio anche per quelli sociali? Nel caso di Sofidel c’è una mossa in questa direzione. Il colosso della produzione di carta per uso igienico e domestico, noto per il marchio Regina, ha realizzato con Crédit agricole Italia un finanziamento di medio-lungo termine con l’obiettivo di rafforzare la propria struttura finanziaria con una particolare attenzione ai principi Esg, ossia ai parametri ambientali, sociali e di governance che determinano una crescita sostenibile. È la seconda linea di credito di questo tipo per l’azienda toscana, dopo quella annunciata a inizio agosto con Ing Italia.
Un’impresa industriale cartaria come Sofidel fronteggia, come e più di altre aziende manifatturiere, problematiche acute dal punto di vista energetico e delle risorse idriche
— Riccardo Balducci
VITA ha chiesto a Riccardo Balducci, group sustainability director di Sofidel, di spiegare in che modo un finanziamento possa contribuire a migliorare l’impatto ambientale e sociale di un’azienda. La premessa è d’obbligo, ma necessaria: «Un’impresa industriale cartaria come Sofidel fronteggia, come e più di altre aziende manifatturiere, problematiche acute dal punto di vista energetico e delle risorse idriche». È dunque logico, quando ci si occupa di strumenti finanziari per supportare la crescita sostenibile, concentrarsi su aspetti ambientali.
Meno emissioni
Fra gli obiettivi inseriti e monitorati per la buona riuscita dell’operazione di finanziamento, sono presenti la riduzione dell’intensità delle emissioni climalteranti dirette e indirette (in gergo Scope 1 e 2) e la diminuzione dell’incidenza della plastica convenzionale nel packaging. Tuttavia, in questo tipo di finanziamenti già oggi abbastanza diffusi e che prevedono condizioni migliori in base al rispetto dei parametri Esg (i cosiddetti Esg linked), deve comparire obbligatoriamente anche un parametro sociale: «Nel caso del finanziamento con Crédit agricole Italia è stato scelto il parametro delle ore annue di formazione che l’azienda eroga ai dipendenti. In tre anni l’obiettivo è di aumentare tale monte ore di almeno il 50%». I temi di queste attività formative riguardano, tra gli altri, salute, sicurezza, ambiente e sostenibilità, per promuovere cultura, consapevolezza e benessere per i dipendenti. Nel caso della linea di credito concordata con Ing, anch’essa legata a parametri Esg, l’indicatore sociale prescelto è stato quello della frequenza infortunistica: il finanziamento avrà delle prestazioni migliori in base all’abbassamento del tasso di infortuni sul lavoro.
Un prodotto finanziario come quello di cui stiamo parlando ha la caratteristica di dover incorporare indicatori rendicontabili e misurabili in modo rigoroso
— Riccardo Balducci
Gli aspetti relativi alla Esse (social) di queste due operazioni finanziarie riguardano i dipendenti, ossia degli stakeholder interni. Sarebbe possibile vincolare le migliori condizioni da ottenere in un prodotto finanziario anche a stakeholder esterni? Il tema è particolarmente importante per il Terzo settore e per le iniziative volte al miglioramento dell’impatto sociale in cui il non profit è protagonista.
Verso le comunità
Qui si tocca una problematica utile per comprendere l’evoluzione della finanza d’impresa in chiave di sostenibilità, in particolare per lo sviluppo degli aspetti sociali oltre che ambientali: «Un prodotto finanziario come quello di cui stiamo parlando ha la caratteristica di dover incorporare indicatori rendicontabili e misurabili in modo rigoroso, nel rispetto delle linee guida degli enti regolatori. Si tratta di parametri rilevanti per la vita dell’impresa, che devono cioè portare un miglioramento materiale alla vita dell’azienda», spiega Balducci. Non possono cioè essere elaborati in modo estrinseco all’attività specifica: «Ciò non esclude di poter scegliere indicatori relativi anche a stakeholder esterni, ad esempio i lavoratori della filiera produttiva ed eventualmente le comunità locali». Nel caso delle comunità locali, però, individuare un indicatore specifico per quantificare l’impatto di una certa azione non è così semplice, soprattutto se si parla dell’erogazione di un finanziamento vincolato a “performance sociali” misurabili. La strada per consentire alle aziende di far crescere la Esse (nella parte di sostenibilità sociale esterna all’azienda secondo la sintesi che ne danno i parametri Esg) passa anche dalla possibilità di avere a disposizione indicatori validi per le proprie scelte finanziarie.
Foto di Towfiqu Barbhuita su Unsplash
Scegli la rivista
dell’innovazione sociale
Sostieni VITA e aiuta a
supportare la nostra missione
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.