Cultura

L’agricoltura pulita all’università. Biolaurea contro gli ogm

Mentre i contadini senza chimica vengono studiati negli atenei, è boom per le mense scolastiche che adottano menu bio. Ma in Europa si profilano due pericoli.

di Giampaolo Cerri

Il biologico si studia all?Università. Lo rivela la guida Tuttobio, la piccola bibbia dell?agricoltura naturale che arriva in questi giorni in libreria. Fra i dati censiti, anche quello dei 14 fra corsi di laurea e master in agricoltura biologica e sviluppo sostenibile messi in piedi negli ultimi anni dagli atenei italiani. Quella che le facoltà di agraria snobbavano come disciplina povera e arretrata, diventa un metodo di coltivazione di grande dignità. Ma non è il solo dato significativo dell?edizione 2003, cui si accompagna il censimento realizzato con l?istituto di ricerca economica Nomisma. Quest?anno, a dire il vero, manca il dato complessivo delle aziende e della superficie coltivata: la fine, con il 2001, dei sostegni europei impone infatti un approfondito riesame del comparto. I dati, fermi appunto al dicembre di due anni fa, sono quelli noti a tutti: 63mila aziende (+22,5%) per oltre 1 milione e 182mila ettari di superficie coltivata. Del tutto nuovi, invece, i numeri che riguardano altre aree del settore e che offrono ugualmente materiale per capire i trend del 2003. Il boom delle mense ?Volano?, ad esempio, le mense scolastiche che hanno adottato i menu senza chimica: sono passate da 342 a 522. Forte sviluppo della ristorazione (176 i locali censiti) e un autentico piccolo boom del dettaglio di settore: sono 1.176 (+10%) in tutta Italia le vetrine specializzate in cibo naturale e non solo. Segno che la contemporanea espansione degli scaffali ?nature? nella grande distribuzione può convivere con la piccola distribuzione dei negozianti. “La crescita della ristorazione ma soprattutto delle mense dimostra che incontriamo il favore dei consumatori”, commenta Vincenzo Vizioli, presidente dell?Aiab – Associazione italiana agricoltura biologica, con 14mila soci la più grande del settore. “E ugualmente importante è il dato che riguarda il mondo universitario”, continua. “Se il mondo accademico comincia a far ricerca, significa che siamo ormai una realtà importante e strutturata”. Segnali positivi, dunque. Ma all?orizzonte si profila la fine degli stanziamenti europei: c?è chi parla di un calo di almeno il 30%. Un tracollo. “Stime eccessivamente pessimistiche”, risponde il patron di Aiab, “da quello che a noi risulta, ci sarà una tenuta. Se dovessimo arrivare a un calo del genere, avremmo perso tutti. In primis quei politici che non hanno saputo dotare questo settore di servizi per crescere”. Vizioli si professa comunque ottimista: “A un agricoltore che mi dicesse di mollare per questo motivo, spiegherei che sbaglia e lo inviterei a investire: fuori, il mercato non remura affatto. Insomma, vogliamo competere con il grano australiano a 10 euro il quintale? Meglio lavorare sulla fiducia dei consumatori che chiedono qualità e sicurezza”. La Pac che verrà Ma non è tanto l?interruzione degli aiuti a preoccupare i contadini bio, quanto la nuova Politica agricola comunitaria che si va definendo: “Associazioni di categoria e politici continuano a guardare al biologico come un accessorio, qualcosa di cui parlare dopo aver definito la Pac. Non ci stiamo e per questo vogliamo rivolgerci direttamente ai consumatori per far capire che queste scelte li riguardano da vicino. E stiamo facendo pressing su Alemanno perché si torni a lavorare sulla prima bozza Fischler, quella che contemplava l?agricoltura naturale e parlava di sostenibilità. La seconda è appiattita sugli interessi dell?industria”. Spauracchio di tutti sono, ovviamente, gli ogm. “Se la moratoria europea cadrà, sarà durissima per tutti”, commenta il direttore di Consortium, raggruppamento delle principali imprese che producono o commerciano biologico, Esselunga in primis. “La contaminazione sarebbe inevitabile e le aziende biologiche dovrebbero investire in controlli ulteriori. Così evitare l?inquinamento transgenico, anziché essere un onere per chi lo pratica, sarà a carico di chi lo subisce”. “Sul biotech noi ci giochiamo l?osso del collo”, ammette Vizioli, “ma a ruota se lo gioca l?agricoltura convenzionale. Perché se passano gli ogm, i sammarzano arriveranno direttamente dal Sudafrica, altroché”. Rai transgenica Roberto Pinton, direttore di Consortium e curatore di Bollettino Bio, documentatissima newsletter online, ha perso le staffe: “A fan culo il fair play”, scrive nel suo ultimo editoriale e annuncia guerra aperta all’industria biotech. A scandalizzarlo é stata una trasmissione di Radio anch’io, del 7 marzo scorso, su Alimenti biologici ed alimenti geneticamente modificati. “Agghiacciante”, dice, “senza contraddittorio: in studio solo rappresentanti del mondo biotech”. Trasmissione che si é risolta in un attacco generalizzato biologica, accusata di essere nociva e soggetta a frodi. Consortium ha protestato con una dura lettera alla Rai. Consortium Bio Arriva l?annuario 2003 Organici ed ecologici: ecco come Biologico e non solo. La Guida Tuttobio 2003 ha un piccolo gemello, la Guida Tuttoeco. Complessivamente 512 pagine sull?agricoltura naturale e dintorni che si sommano alle 160 relative alla parte dedicata all?ecologia (al prezzo di 20 euro). I volumi, editi da un?agguerrita casa editrice di Forlì, la Distilleria EcoEditoria, sono il frutto del lavoro certosino di una squadra di esperti, coordinati da Rosa Maria Bertino. Vari settori, dalla ristorazione ai gruppi di acquisto, dai supermercati alla legislazione. Da non perdere, a pagina 23, l?analisi delle alleanze imprenditoriali. tel. 0543.32532 www.biobank.it


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