Politica

Rsi: il Cofferati pensiero

Responsabilità sociale d’impresa: l’esordio dell’ex leader della Cgil.

di Francesco Maggio

La responsabilità sociale d?impresa è possibile solo se c?è una collaborazione convinta e duratura tra impresa e stakeholders. Deve essere una scelta libera, non obbligata, non può ?attecchire? se c?è conflitto o, comunque, diffidenza reciproca. Per questo guardo con scetticismo alle ipotesi che circolano in queste settimane che vorrebbero rendere vincolante questa o quella certificazione socio-ambientale. Un?azienda sceglie di percorrere tale strada perché ne ricava una buona reputazione. Ma una buona reputazione ha bisogno di tempo per formarsi, non si improvvisa e, tanto meno, appunto, si impone”. A pensarla così in fatto di responsabilità sociale d?impresa (rsi) è Sergio Cofferati, responsabile degli studi ambientali e sociali internazionali della Pirelli, intervenuto nei giorni scorsi a Milano al convegno La responsabilità etico-sociale d?impresa: modelli di gestione per attuarla, organizzato dalla Libera università di Castellanza. Per l?ex leader della Cgil è un dato senza dubbio importante la crescente attenzione che i temi della rsi vanno catturando, dentro e fuori al mondo imprenditoriale. “Ma attenzione”, è il messaggio che lancia, “a non incappare nell?errore di ritenere che si tratti di processi semplici. Tuttaltro, è una sfida che va raccolta con grande impegno e sincera dedizione alla causa”.


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