Terzo settore
Niente Irap alle ex Onlus, l’impegno politico del vicepresidente di Regione Lombardia
Intervista a Marco Alparone, vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Bilancio e Finanza: «Confermo la volontà di mantenere il regime di esenzione Irap per i soggetti che erano esentati precedentemente»
«L’obiettivo politico è chiaro e lo trasferisco tranquillamente: far sì che chi non pagava l’Irap prima continui a non farlo, se ci sono gli strumenti normativi che lo consentono»: con questa dichiarazione di Marco Alparone, vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Bilancio e Finanza, fa un passo avanti la questione dell’Irap da versare da parte degli Enti di Terzo settore che, iscrivendosi al Runts, hanno perso la qualifica di Onlus.
Con l’articolo 20 della l. r. 2/ 2023 (pubblicata sul Burl dell’11 agosto), il Consiglio Regionale ha modificato il Testo Unico dei Tributi Regionali in modo da assicurare la continuità delle agevolazioni fiscali già esistenti per le Organizzazioni di volontariato-OdV, unica categoria fra le Onlus per cui era prevista la trasmigrazione d’ufficio dal corrispettivo registro regionale al Registro unico del Terzo settore, collegata all’abrogazione della legge 266/1991. Di conseguenza le OdV erano destinate a perdere d’emblée l’esenzione, senza possibilità di fare valutazioni sul passaggio o meno al Runts.
L’obiettivo politico per Regione Lombardia è che quanti non pagavano l’Irap prima continuino a non pagarla. Confermo la volontà di mantenere il regime di esenzione Irap per i soggetti che erano esentati precedentemente
— Marco Alparone, vicepresidente di Regione Lombardia
«L’obiettivo politico è assicurare la continuità delle agevolazioni fiscali già esistenti in attesa della piena attuazione del quadro fiscale connesso alla riforma del Terzo settore e degli ulteriori approfondimenti in corso anche da parte della Commissione europea. Se ci sono Onlus che sono uscite dal perimetro all’interno del quale è oggi possibile applicare l’agevolazione fiscale, si faranno tutte le valutazioni necessarie per capire come possiamo mantenere questa esenzione sotto il profilo normativo. Confermo la volontà di mantenere il regime di esenzione Irap per i soggetti che erano esentati precedentemente» ribadisce Alparone.
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La differenza non è da poco. Action Aid per esempio – che ha 130 dipendenti e arriva a circa 200 persone contando anche i collaboratori occasionali, su più sedi in più regioni, ma concentrati soprattutto in Lombardia – potrebbe dover versare un’imposta complessiva (sommando le varie regioni, ognuna con la propria aliquota) di qualche centinaia di migliaia di euro. «Per risolvere la questione con chiarezza, credo che la prospettiva non debba essere tanto quella di guardare al passato, ma di ragionare sugli Enti di Terzo settore e di dire se gli Ets hanno o non hanno diritto all’agevolazione prevista», chiosa Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid.
Se ci sono Onlus che sono uscite dal perimetro all’interno del quale è oggi possibile applicare l’agevolazione fiscale, si faranno tutte le valutazioni necessarie per capire come possiamo mantenere questa esenzione sotto il profilo normativo
Marco Alparone
Delle 22mila Onlus esistenti in Italia, ad oggi poche si sono iscritte al Runts: prevale un atteggiamento attendista, soprattutto perché manca ancora l’autorizzazione comunitaria al nuovo regime fiscale previsto per gli Ets dalla riforma del Terzo settore, necessaria per avere un quadro chiaro e definitivo della questione. Uno degli elementi della valutazione che le Onlus stanno facendo è anche questo dell’Irap che si andrebbe eventualmente a dover versare.
In questa situazione di estrema disomogeneità, pregressa e attuale, l’ideale sarebbe avere una norma di indirizzo nazionale che faccia da “spinta gentile” per tutte le regioni, così da regolare in maniera uniforme la questione dell’Irap per gli Ets ex Onlus, anche in considerazione del fatto che la legge delega per la riforma fiscale, che entra in vigore proprio oggi – 29 agosto 2023 – prevede il graduale superamento dell’Irap. Qui le proposte avanzate da Gabriele Sepio, segretario generale di Terzjus.
Foto Claudio Furlan/LaPresse
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