Mondo

Non ammainare la bandiera

Serse Cosmi. Un gesto inutile? Macché. Se scoppiasse la guerra la sventolerò ancora più forte.

di Stefano Arduini

Non è facile immaginarsi uno spogliatoio di serie A dove i calciatori dopo l?allenamento, sotto la doccia non parlino di ragazze, telefonini o macchinoni. Non è facile, ma la realtà è diversa, perché almeno a Perugia, questo succede, parola di Serse Cosmi, allenatore della locale squadra di calcio, di serie A: “La gente pensa che i giocatori siano dei superficiali, e invece da noi si discute anche di carcere o di guerra”. Del resto Cosmi la bandiera della pace l?ha portata perfino in panchina. “è vero. Ma l?ho fatto per aderire a una richiesta dei miei tifosi”. Vita: Ahh, se fosse stato per lei? Serse Cosmi: Alt, io la bandiera l?ho appesa a casa. Grazie a mia figlia. E guardi che sta parlando con uno che le barricate le ha sempre fatte. In ogni battaglia che la vita mi ha messo di fronte. La vita, non la politica. Vita: Lei è di sinistra, non è vero? Cosmi: Che c?entra, la pace non è terreno politico. Comunque, non sono di destra. Vita: Il suo presidente Gaucci come ha preso questo suo attivismo? Cosmi: Ci rispettiamo, ma di questi temi con lui non ho mai parlato. Io, comunque, non giudico le persone dall?appartenenza. Vita: Torniamo alla bandiera. Se scoppiasse la guerra non sarà servita a nulla? Cosmi: E chi lo dice? Io, intanto, la lascerei sventolare anche durante il conflitto e manifesterò il mio dissenso in tutti i modi. Da uomo normale dico che ho la sensazione che non si stia facendo tutto il possibile per combattere il terrorismo senza ricorrere alle bombe. Bisogna ragionare e discutere. Vita: Se la sentirebbe di bloccare la squadra? Cosmi: Non posso proporlo, la società non mi appartiene, e nemmeno la squadra e i tifosi. Certo che se tutto il carrozzone del calcio decidesse di fermarsi, aderirei volentieri. Vita: Cosa pensa, invece, di quei ragazzi che hanno tentato di bloccare i treni che trasportavano le armi, protesta lecita o esagerazioni d?altri tempi? Cosmi: Io credo che di non lecito ci sia solamente il fatto che transitino treni carichi di armi. Questa è l?unica cosa accertata non lecita. Poi, una volta chiarita questa premessa, penso che si possa tranquillamente manifestare senza creare problemi agli altri. Ma non mi va che si sposti il tiro su chi magari ha manifestato al di sopra delle righe e si dimentichi la sostanza della mobilitazione. Vita: Cosmi, lei ha paura della guerra? Cosmi: Non da ora, ce l?ho sempre avuta. Da quando ho dei figli, poi, il timore è più sentito. Vita: E del terrorismo ha paura? Cosmi: Certo, ma non solo di quello internazionale, o di quello armato. Ci sono altri tipi di terrorismo altrettanto pericolosi. Quello psicologico per esempio. Vita: Cosmi, lei odia gli americani? Cosmi: Certo che no. L?odio non fa parte del mio bagaglio morale. Semplicemente non ne condivido alcune scelte. Di sicuro non li reputo i padroni del mondo. Vita: Vabbé, ma lei dov?era negli ultimi dieci anni? Cosmi: Con gli amici mi sono sempre schierato, in prima persona, da anni. Adesso è diverso: qualsiasi cosa faccia, la cassa di risonanza rispetto ad allora è molto differente. Vita: Allora è stupito dall?attenzione che i media le hanno dedicato in questi giorni? Cosmi: Ciò che mi stupisce è proprio il fatto che la gente si meravigli di questo gesto. Mi sembra un atto normale, almeno per come sto vivendo queste ore di attesa: essere favorevoli alla pace per evitare la guerra non mi pare una posizione rivoluzionaria. È assurdo dover esser qui a battersi per la pace. Vita: A detta di tutti, lei passa per essere il volto pulito del calcio. Si riconosce in questa icona? Cosmi: Intanto non è vero che tutti la pensino così, glielo assicuro. Di certo non voglio passare alla storia con questa etichetta. Vita: Cosmi, c?è qualcuno che le assomiglia nel calcio di oggi? Cosmi: Non lo so. Quando non ero famoso e vedevo in televisione i personaggi del pallone, mi sembravano completamente diversi da come li percepisco ora dopo averli conosciuti di persona. Di certo invidio quegli allenatori del passato come Rocco, che andavano coi giornalisti a ubriacarsi e poi erano rispettati anche sui giornali


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