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Quell’assicurazione a scuola che assicura ben poco
Un back to school più leggero per le famiglie, strilla lo spot del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali: care famiglie, quest'anno l'assicurazione scolastica la paga lo Stato. È una novità prevista dal Decreto Lavoro. Che ha alcuni aspetti positivi ma non è quella rivoluzione che sembra
Da qualche giorno in rete e sui social circola uno spot realizzato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per avvisare che quest’anno il back to school alle famiglie costerà un po’ meno: «A settembre non dovrai pagare l’assicurazione per la scuola dei tuoi figli, lo farà lo Stato. Perché la cura del futuro inizia dai banchi di scuola». Qui lo spot.
Cosa cambia
Gli studenti, i docenti e il personale in servizio saranno tutelati in tutti gli ambienti dell’istituto e nello svolgimento di tutte le attività, quindi non più (come in passato, con l’assicurazione privata che ogni scuola stipulava) solo in palestra o durante le attività di laboratorio. D’altro canto però la polizza statale copre gli infortuni e non altri rischi come quelli derivanti dalla responsabilità civile che obbliga al risarcimento chi, dolosamente o colposamente, causa un danno. Altra novità è che l’estensione della tutela viene estesa anche alle esperienze di orientamento (Pcto). L’estensione della tutela assicurativa Inail riguarda studenti e personale tecnico-amministrativo di tutto il sistema nazionale di istruzione e formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore. È prevista dal Decreto Lavoro del 1° maggio scorso, convertito in legge a luglio (legge 3 luglio 2023, n. 85).
La legge interviene anche sui percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto), prevedendo esplicitamente tre cose: che la progettazione dei Pcto sia coerente con il piano triennale dell’offerta formativa (Ptof) della scuola e con il profilo culturale, educativo e professionale in uscita previsto dai singoli indirizzi di studio; che ci sia in ogni scuola un docente che coordini la progettazione di questi percorsi; che il documento di valutazione dei rischi delle imprese iscritte nel registro nazionale per l’alternanza contenga misure specifiche di prevenzione per gli studenti impegnati nei Pcto e le indicazioni rispetto ai dispositivi di protezione individuale da adottare.
Infine, la legge istituisce un Fondo per l’indennizzo dei familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative e durante i Pcto (ricordiamo le morti recenti di Giuliano De Seta, 18 anni; Giuseppe Lenoci, 16 anni; Lorenzo Parelli, 18 anni).
Il governo ha stanziato 10 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro l’anno a partire dal 2024.
Quanto risparmiano le famiglie
Per le famiglie non è un grande risparmio, ma ovviamente il risparmio per il singolo non è e non può essere il metro di giudizio di una politica pubblica: per i miei figli per esempio alla scuola primaria e secondaria la quota per l’assicurazione – che la scuola chiede di versare poche settimane dopo l’avvio delle lezioni – vale meno di 10 euro. Alle superiori invece la quota per l’assicurazione l’abbiamo già versata in primavera, al momento del rinnovo dell’iscrizione: stava dentro i 100 euro di contributo volontario, senza essere specificata come voce a se stante. Non penso quindi che ci verrà restituita. Tanto più se – come molti fanno osservare – l’assicurazione stipulata dal ministero non copre tutti i rischi ma solo quelli legati agli infortuni e quindi per questi pochi euro sarebbe imprudente per le scuole e per le famiglie rinunciare alla vecchia assicurazione.
Tanto rumore per nulla?
«È una buona notizia che lo Stato se ne faccia carico, ovviamente l’auspicio è che i massimali previsti siano adeguati, perché la verità è che ad oggi – in caso di infortunio dei ragazzi – quelle cifre erano irrisorie», commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva.
«Soprattutto è interessante che le tutele assicurative vengono estese non solo per le attività in palestra e in laboratorio, ma a tutti gli ambienti della scuola, in tutte le attività didattiche: fino a ieri le cadute accidentali dalla sedia non venivano coperte. Questa è la cosa che più interessa. I più piccoli, che non fanno laboratori, non erano mai coperti se non per la palestra», dice.
È interessante che le tutele assicurative vengano estese a tutti gli ambienti della scuola, in tutte le attività didattiche: fino a ieri le cadute accidentali dalla sedia non erano coperte
Adriana Bizzarri, coordinatrice scuola di Cittadinanzattiva
Cittadinanzattiva da anni porta avanti una battaglia pressoché solitaria per la sicurezza delle scuole: ogni anno a settembre presenta un report sullo stato del patrimonio edilizio scolastico italiano, vecchio e malconcio. Quello del 2022, il XX prodotto dall’“Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola”, raccontava come il 40% delle scuole italiane sia stato costruito prima del 1976, come oltre la metà sia priva delle certificazioni di agibilità statica e di prevenzione incendi. E contava 45 casi di crollo registrati negli istituti di vario ordine e grado fra settembre 2021 e agosto 2022, circa un episodio ogni quattro giorni di scuola. «Anche nell’anno scolastico 2022/2023 – il rapporto che presenteremo a settembre lo documenta – ci sono stati di 50 incidenti nelle scuole dovuti a carenza di manutenzione, distacchi di intonaco, crolli di solai e soffitti, per fortuna senza conseguenze gravi sulle persone. Però questo nelle nostre scuole è un rischio reale», ricorda Bizzarri.
Anche nell’anno 2022/2023 ci sono stati di 50 incidenti nelle scuole dovuti a carenza di manutenzione, distacchi di intonaco, crolli di solai e soffitti. Di questo rischio l’assicurazione ministeriale non parla
Adriana Bizzarri, Cittadinanzattiva
Anche di questo rischio, però, l’assicurazione ministeriale non tiene conto: «Rileviamo che di nuovo si parla di infortuni e di risarcimento a chi subisce infortuni, bene, ma non si parla di risarcimento per le vittime da insicurezza strutturale delle scuole. Nel 2019 con Save the Children avevamo presentato una proposta di disegno legge per la sicurezza nelle scuole, c’era anche la richiesta esplicita di un fondo di risarcimento per le famiglie di alunni o del personale vittime dell’insicurezza strutturale delle scuole», spiega Bizzarri.
Già, perché sembra impossibile, ma chi resta vittima di un crollo strutturale della scuola non è detto che abbia un risarcimento: «A Rivoli c’è stato, per San Giuliano di Puglia no o solo parzialmente». Morirono 27 bambini e una maestra. Parliamo del 2002 e la situazione è ancora questa, incerta.
Bene quindi che il ministero paghi l’assicurazione, su questo non c’è dubbio, ma diciamoci con chiarezza che il messaggio istituzionale non dice tutto: è quello che è, uno spot.
Nella fono di apertura la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone. Foto: Remo Casilli/Sintesi
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