Idee Fisco

Extraprofitti: il Governo Meloni adotta principi della finanza islamica

Con il Dopoguerra si è affermata in tutto l’Occidente la cultura del consumo, dell’edonismo e del presente. Che siamo di fronte ad un punto di rottura sembra evidente a tutti. E il nostro Governo sembra imparare, non ce ne voglia il ministro Lollobrigida, dai principi della finanza islamica e dai suoi strumenti

di Simone Cerlini

La tassa sugli extraprofitti delle banche (windfall tax) è una svolta nelle politiche economiche del nostro Paese? Sicuramente non è un provvedimento proprio di un governo liberale, ma non è il primo. La windfall tax è un prelievo fiscale occasionale applicato a imprese che registrano profitti notevoli in circostanze eccezionali. Non è inusuale che i governi la utilizzino per aumentare le entrate fiscali in un determinato anno, imponendo retroattivamente un aumento delle imposte a compagnie o settori che hanno ottenuto guadagni sorprendenti. Il governo Meloni ha confermato con la Legge di Bilancio (commi 115 e seguenti della legge 197/2022) un provvedimento del Governo Draghi, la famigerata tassa sugli extraprofitti del settore energetico, per imprese che avevano registrato utili senza precedenti a causa dell’aumento del prezzo dei combustibili fossili.

Il ragionamento sulla windfall tax bancaria ha motivazioni simili: il contributo straordinario è fissato al 50% della parte del fatturato del 2022 che supera di almeno il 10% il fatturato medio degli ultimi quattro periodi di imposta (nei limiti del 25% del patrimonio netto dell’impresa al 2021): il Governo presume che l’aumento sia motivato da fattori esogeni quali l’aumento dei tassi deciso della Banca Centrale Europea. Bene niente di nuovo. Ma ci dice qualcosa sull’evoluzione del nostro modello economico? Sì, ci dice che il settore del credito non è intoccabile. E probabilmente non è una cattiva notizia.

La windfall tax è un prelievo fiscale occasionale applicato a imprese che registrano profitti notevoli in circostanze eccezionali

— Simone Cerlini

L’evoluzione dello spirito del capitalismo ha avuto un punto di svolta con la moda, la pubblicità, con il boom post bellico. Gilles Lipovetsky ha potuto sostenere però che il più grande strumento di distruzione dell’etica protestante sia stata l’invenzione del credito. Dalla morale puritana fondata sull’etica del lavoro, sul risparmio e sul futuro con il Dopoguerra si è affermata in tutto l’Occidente la cultura del consumo, dell’edonismo e del presente. Che siamo di fronte ad un punto di rottura sembra evidente a tutti. Il nostro Governo sembra imparare, non ce ne voglia il ministro Lollobrigida, dai principi della finanza islamica e dai suoi strumenti. 

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La finanza islamica si basa su principi derivati dalla Sharia. Facciamola finita con la nostra Hybris occidentale e andiamo a vedere di che si tratta. Proibisce di far soldi dai soldi e promuove invece transazioni che sono basate sulla condivisione del profitto e del rischio. In pratica, le banche islamiche non concedono prestiti con interessi, ma investono direttamente nei progetti o nelle imprese dei clienti, guadagnando così una quota dei profitti.

La finanza islamica proibisce di far soldi dai soldi e promuove invece transazioni che sono basate sulla condivisione del profitto e del rischio

Simone Cerlini

L’approccio basato sulla condivisione del rischio e del profitto è associato ad un principio di materialità, che riduce la speculazione, in quanto ogni transazione deve essere associata ad attività reali: le persone sono incoraggiate a produrre ricchezza attraverso l’impegno e l’investimento produttivo, piuttosto che attraverso la finanza. Insieme al principio dell’equità sociale e della solidarietà concreta, che rappresenta uno dei fattori chiave per comprendere il successo dell’Islam nel mondo, tali principi sembrano molto simili alle esperienze della finanza etica (ivi compresa anche l’attenzione agli impieghi, che nel mondo musulmano non possono essere moralmente riprovevoli). Sembra che il Governo Meloni, senza saperlo, possa diventare buon discepolo della cultura musulmana: già oggi può far propri, con grande profitto, i migliori precetti nelle applicazioni economiche e sociali.

Foto di Noby George su Unsplash

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