Comitato editoriale Banco Alimentare

Al Meeting di Rimini con il film “Non morirò di fame”

È in programma il 23 agosto alla kermesse riminese la proiezione della pellicola di Umberto Spinazzola. Una storia di riscatto personale, di “recupero” di relazioni e cibo come risorse imprescindibili

di Antonietta Nembri

«L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile, come ci suggerisce il titolo del Meeting e abbiamo voluto cogliere l’opportunità per invitare tutta la città di Rimini alla visione di questo film per esplorare il legame tra amicizia e “recupero” » ha dichiarato Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare nel lanciare la proiezione di “Non morirò di fame” in occasione del Meeting di Rimini.

«A tal proposito», continua Bruno «mi vengono in mente le parole del Papa, in un Angelus di inizio anno, in cui richiamava tre sfide. Prima sfida: non sprecare il dono che noi siamo. Seconda: non sprecare i doni che ci sono dati (ad es. il cibo) e terza sfida: non scartare le persone (spreco = scarto)».

La proiezione al Meeting

Fondazione Banco Alimentare, infatti, promuove la proiezione del film “Non morirò di fame” di Umberto Spinazzola in calendario tra le iniziative del Meeting per l’amicizia tra i popoli il 23 agosto alle ore 21 alla Corte degli Agostiniani, con ingresso libero. 

Alla serata interverranno, oltre al regista Umberto Spinazzola, il giornalista Giorgio Paolucci, l’attrice Chiara Merulla, il produttore Alessandro Borrelli di La Sarraz Pictures e Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare.

Il film

La storia del protagonista ben rappresenta quelle che si possono ascoltare nelle organizzazioni partner territoriali in rete con Banco Alimentare: sono le vite di persone, di famiglie in cui tutto è apparentemente in equilibrio fino a un evento, un accadimento (la perdita del lavoro, la malattia, la separazione, etc.) che fa precipitare la situazione e le trascina nella povertà.

Nel film si scoprirà che per risalire c’è bisogno essenzialmente di rapporti, di amicizie e il cibo è una metafora, è molto più di un elemento per sopravvivere: è relazione, espressione di amicizia, convivialità e “recupero”.

Contro la cultura dello “scarto”

«Banco Alimentare» ricorda Bruno «nasce proprio per poter aiutare, attraverso il cibo, chi è in difficoltà, anche attraverso il recupero di eccedenze, da distribuire a scopo sociale in sicurezza, grazie alla collaborazione delle organizzazioni partner territoriali e alla disponibilità di tante aziende, catene e punti vendita. Banco Alimentare diffonde dunque una cultura del “prendersi cura” delle cose, delle persone, contro una cultura dello scarto, partendo dalla concezione che tutto ci è affidato. Inoltre, favorisce l’inclusione sociale attraverso l’aiuto alimentare, primo gradino del percorso di riscatto di tante persone in difficoltà. Ad esempio, in Emilia-Romagna le eccedenze alimentari raccolte vengono ridistribuite a 732 organizzazioni partner territoriali, a beneficio di 128mila persone in stato di difficoltà».


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