Istruzione
Dispersione scolastica al 50%, un progetto per 1.300 bambini del Sud Sardegna
L'allarme sociale nel Medio Campidano ha portato l'associazione Vides Auxilium di Guspini a elaborare un intervento che guarda anche alla genitorialità. Una vasta rete con altre realtà del territorio
Servizi educativi gratuiti riservati a 1.300 alunni delle scuole primarie del Medio Campidano: doposcuola per i bambini, laboratori per genitori e figli, corsi di formazione. Li curerà l’associazione Vides Auxilium Odv di Guspini, che opera in tre Comuni della provincia del Sud Sardegna con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica che, in quel territorio, raggiunge ormai una spaventosa quota del 50%. Il progetto è finanziato dall’Agenzia per la coesione territoriale (ammontano a 250mila euro le risorse messe in campo) e promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
«Questo progetto, denominato Promeca (acronimo di Progetto Medio Campidano, ndr), riduce i rischi di dispersione scolastica, promuove i talenti di numerosi bambini che vivono nei contesti più svantaggiati e, tengo a precisarlo, saranno interamente gratuiti per gli utenti», sottolinea Luigi Serra, giovane presidente dell’associazione Vides Auxilium. «I dati Istat mostrano in maniera chiara e allarmante quanto sia necessario, in un periodo di difficoltà economica, offrire servizi che non tutte le famiglie possono permettersi di pagare. Ciò non esclude, naturalmente, l’intervento delle istituzioni che assicurano gratuitamente le forniture scolastiche fondamentali ai bambini. Non ci sovrapponiamo, semmai affianchiamo gli interventi istituzionali. È un’altra modalità per garantire a ciascuno il diritto all’istruzione, ridurre le disuguaglianze, eliminare il rischio di esclusione sociale e la dispersione scolastica. Quest’ultima, nel nostro territorio, è la più alta di tutta la Sardegna».
Promeca partirà a settembre con il doposcuola nei Comuni di Arbus, Guspini e Sanluri. «È il bando a prevedere espressamente che queste attività si svolgano in un distretto sociosanitario e non in un ambito più allargato ed esteso. È una specifica modalità di intervento, e noi ci siamo dovuti adeguare di conseguenza. Insomma, non è stata una nostra scelta ma è una soluzione che ha un suo perché. Oltre agli interventi ludici, ricreativi e culturali, abbiamo previsto una parte consistente che riguarda le attività formative e laboratoriali sulla genitorialità: saranno riservate non solo ai papà e alle mamme, che lavoreranno con i nostri operatori, ma anche ai bambini, questi ultimi chiamati a svolgere alcune attività insieme ai genitori attraverso il gioco. Non faremo distinzioni tra coppie e singoli. Questo progetto sperimentale avrà una durata di 24 mesi. Impiegheremo da un minimo di 12 a un massimo di 18 professionisti tra educatori, psicologi e assistenti, a seconda dei momenti. Monitoreremo le varie fasi lungo questi due anni, per comprendere la ricaduta sociale nei tre Comuni».
«Promeca fa leva su un partenariato indispensabile per la sua buona riuscita», precisa Serra. «Ci tengo a sottolinearlo perché è un’autentica ricchezza per tutti: per gli operatori e per i beneficiari. La nostra associazione collabora con Vides Italia, Associazione centro culturale e di alta formazione Aps, Sinergie Onlus, Scuola dell’infanzia “San Raimondo” di Sanluri, Infanzia – Santa Maria scuola-paritaria, Salesiani cooperatori Sardegna, Ciofs Scuola Sardegna, Salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice – Ispettoria Romana San Giovanni Bosco. Terremo incontri periodici con le famiglie, in particolare con quelle più bisognose che più di altre vanno sostenute per combattere la povertà educativa minorile, anche sotto il profilo economico».
Nell’Isola il tasso di abbandono scolastico, nel 2021, si è attestato al 13,2%: un dato leggermente superiore alla media nazionale ma sotto di 4,2 punti percentuali dall’obiettivo europeo del 9%, che va raggiunto entro il 2030. La media registrata nel Medio Campidano, dunque, la dice lunga sulla necessità di intervenire subito e in maniera strutturata per arginare un fenomeno che non è più soltanto preoccupante. Si tratta di un vero allarme sociale, al quale si uniscono un tasso di disoccupazione che investe una fetta sempre più crescente della popolazione e la desertificazione industriale degli ultimi vent’anni.
Credits: tutte le foto del servizio sono state gentilmente concesse dall’associazione Vides Auxilium Odv di Guspini
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