Economia

Tobin Tax, un granello di sabbia nei business dei pescecani

di Redazione

Ogni giorno sui mercati finanziari transitano operazioni per circa 40mila miliardi di dollari. In un anno equivalgono a dieci volte il Pil mondiale. Le dimensioni del fenomeno sono esplose, perché le banche prendono in prestito migliaia di miliardi a costo quasi zero e li riversano nelle immense slot machines delle Borse. Il 90% delle transazioni sui derivati in America sono effettuate da cinque banche che riescono ad ottenere profitti astronomici effettuando operazioni ad altissima frequenza con minimi guadagni servendosi di sofisticati programmi basati su segretissimi algoritmi.
All’ultimo G20 di St. Andrew, in Scozia, il primo ministro inglese Gordon Brown ha proposto la costituzione di un fondo speciale creato tramite una tassa globale da applicare alle transazioni finanziarie. In pratica ha tirato fuori dal cassetto la proposta che fece nel 1972 l’economista premio Nobel James Tobin che, prevedendo il disordine dei mercati finanziari, intuì la necessità di mettere nei meccanismi “un granello di sabbia” per scoraggiare la speculazione perversa cancellando le operazioni a breve perché le renderebbe sconvenienti.
A tale proposta, sempre osteggiata dagli americani e dalle lobby finanziarie, avevano già dato il via libera sia il governo tedesco che francese e recentemente è stata caldeggiata da Van Rompuy, neoeletto presidente dell’Unione Europea. Dal 2002 al Parlamento italiano la proposta di iniziativa popolare per una Tobin Tax giace nel disinteresse quasi generale.
La Tobin Tax è sempre stata considerata un’idea un po’ estremista e la sua attuazione ha incontrato difficoltà per problemi connessi alla sua attuazione ma soprattutto perché si pensa che le banche potrebbero aggirarla dirottando l’operatività nei mercati off-shore. È stato calcolato che applicando la tassa Tobin dello 0,5% su tutte le transazioni in divisa, in azioni e in derivati, si produrrebbe un gettito di 360 miliardi di dollari l’anno che potrebbero essere destinati ai Paesi poveri e ai governi locali che per la crisi hanno tagliato fondi a biblioteche, scuole e uffici pubblici. La Tobin Tax sarebbe sufficiente ad eliminare situazioni di povertà estrema sulla faccia della terra ma non sarebbe certo sufficiente a togliere di mezzo i pescecani che prosperano sulle disgrazie del mondo intero.

MA LA CRISI NON ERA FINITA?
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