Famiglia

Diritti umani: in crisi la Commissione Onu

La presenza di alcuni Paesi come Algeria e Siria rischia di rendere inefficace il potere di vigilanza dell'organismo. E Mary Robinson rinuncia al suo mandato

di Benedetta Verrini

La Commissione delle Nazioni unite per i diritti umani, riunita da ieri a Ginevra per la sessione annuale, si trova nel bel mezzo di un conflitto d?interessi. In occasione del suo rinnovo, infatti, ne sono diventati componenti alcuni Paesi che non si distinguono per il rispetto dei diritti umani, come la Libia, la Siria, l?Arabia Saudita, l?Algeria e il Vietnam.
Per questo motivo l?Alto commissario per i diritti umani, Mary Robinson, ha reso noto di voler rinunciare al suo secondo mandato. Molto indignato anche Reed Brody, dell?Osservatorio per i Diritti umani: ?Questi governi hanno fatto di tutto per sedere nella Commissione ? ha dichiarato ? Sanno che questo è ancora il modo migliore per prevenire la messa in stato d?accusa delle loro pratiche. Molte risoluzioni vengono prese all?unanimità e questo, di fatto, offre un potere di veto proprio a chi dovrebbe essere messo sotto accusa! Come immaginare, ad esempio, che la Siria accetterebbe di autoaccusarsi??.
In questo clima, secondo gli osservatori, il dossier sulla Palestina sarà esplosivo. Il dibattito sul conflitto israelo-palestinese rischia non solo di cristallizzare la tensione su altri soggetti ?caldi? relativi al Medio oriente, come la situazione in Irak e in Iran, ma minaccia anche di guastare l?atmosfera generale delle discussioni. E a rendere ancora più fosco il quadro c?è la posizione dei Paesi europei, tradizionali ?motori? della Commissione, che si stanno allineando su posizioni molto neutre e minimaliste.
Antoine Bernard, della Federazione internazionale dei diritti umani, rileva che ?In nome della difesa dei loro interessi politico economici, essi hanno la tendenza ad allinearsi sulle posizioni più minimaliste che emergono tra i Quindici?. Un esempio? La guerra in Cecenia. Tutte le grandi organizzazioni non governative denunciano l?umiliazione e l?affronto inflitto da Mosca alla Commissione per i Diritti umani: ?I Russi avevano promesso un?inchiesta nazionale per identificare i responsabili dei crimini ? continua Bernard ? Oltre a impegnarsi per l?ingresso di osservatori internazionali in Cecenia?ma non è stato fatto proprio nulla?.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.