Formazione

Loro sono sregolati, voi siate flessibili

«Bisogna crederci, nel gruppo». A chi si occupa di tempo libero, il professor Gustavo Pietropolli Charmet consiglia di partire da lì: «Questa generazione di adolescenti è affamata di socializzazione orizzontale. Vede nella relazione con i coetanei e

di Redazione

Vita:  In che senso le vacanze sono una chance?
Gustavo Pietropolli Charmet:  La scuola pensa che dedicare tempo, energie e intelligenza alla creazione del gruppo non sia funzionale agli obiettivi didattici. Viceversa chi gestisce il tempo libero sa che la prima cosa da creare è il gruppo. Nel far questo non incontra difficoltà, solo porte aperte. Deve però stare attento alla possibilità che il gruppo privatizzi l’iniziativa e si metta contro il progetto educativo, organizzando una vacanza “altra”. Va poi tenuto presente che il problema non è far sì che diventino amici, ma colleghi, compagni di viaggio. In sostanza che il ruolo sociale consenta la regolazione delle emozioni.

Vita:  Gli adulti che devono fare?
Pietropolli Charmet:  Possono governare i ruoli sociali, la leadership, il processo decisionale, i miti e i riti che caratterizzano la vacanza. Un periodo magari breve che però comprende la notte, i pasti, l’addormentamento, la doccia, il risveglio, la nudità, la vestizione: tutti riti che evocano scenario domestico.

Vita:  Quali altri aspetti valorizzare?
Pietropolli Charmet:  La fortissima tendenza creativa-espressiva. È utile svilupparla da parte di chi gestisce tempo libero. Se l’adulto offre il modello organizzativo, poi i ragazzi lo saturano immediatamente delle loro esigenze. E non c’è dubbio che il bisogno di essere immersi in un flusso comunicativo sia fortissimo. Lo dimostrano Messenger, Skype, i videofonini… Ma c’è un’altra chance: la grande normalità con cui gli adolescenti accettano la separazione, il distacco e il movimento sul territorio.

Vita:  Quali consigli per un educatore che si prepara a “governare” le vacanze?
Pietropolli Charmet:  Se pretende l’ordine, il rispetto degli orari, è meglio si ritiri. Questi ragazzi sono sregolati, cioè non sono abituati a rispettare norme. Occorre avere una straordinaria flessibilità sulle regole convenzionali, per poi magari patteggiare e negoziare regole specifiche per l’esperienza che ci si accinge a vivere. Nella loro cultura le regole sono stupide perché impediscono l’incontro, la creatività. Se però sono elaborate collegialmente anche con sanzioni severe ma condivise, possono funzionare. I giovani non sono ostili agli adulti, come un tempo. Se l’adulto è competente s’innamorano. E per competenza i ragazzi intendono la capacità di appassionarsi, di essere curiosi senza però divenire intrusivi nei loro confronti.


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