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Piemonte: il cammino dalla parità alle pari opportunità uomo-donna.

Legislazione e figure garanti delle pari opportunit

di Chiara Vaccari

La presenza dell?associazionismo delle donne in Piemonte, è espressa nel ?Vademecum per incontrarsi ? itinerario nelle associazioni del Piemonte?, giunto alla seconda edizione. Il censimento è stato realizzato dall?Associazione Sofonisba Anguissola, su incarico della commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità uomo donna, della regione Piemonte, e della consulta femminile regionale.
Ma facciamo un passo in dietro. Le politiche di parità si pongono quali principi base della costruzione dell?Europa, nel Trattato di Roma del 1957 già si parlava di parità di retribuzione a parità di lavoro, ma occorre attendere il Trattato di Amsterdam del 1997 per una definizione più formale della lotta alle ineguaglianze e la promozione delle pari opportunità uomo donna. Le più recenti iniziative concrete sono legate al Quinto programma d?azione (2001-2005).
Coerentemente, l?Italia ha seguito pari passo. Con la legge 1204/71 si è provveduto alla tutela delle lavoratrici madri, per la lotta alle discriminazione all?accesso e all?interno del mondo del lavoro, tutela rafforzata con la successiva legge 903/77 per la parità di trattamento uomo-donna in materia di lavoro. Con la legge 125/91 si passa alla lotta concreta alle discriminazioni, non solo sul lavoro, ma anche nella famiglia e nella scuola, obbligando le amministrazioni pubbliche all?adozione di piani di azioni positive e prevedendo finanziamenti per i privati che aderiscano a tali iniziative. Fino alla legge 53/00 nata per il sostegno alla maternità e alla paternità, per il diritto alla cura e alla formazione, per il coordinamento dei tempi per le città. La normativa mira, attraverso una riorganizzazione della politica dei tempi, a nuovi equilibri.
Facendo una breve panoramica, la Regione Piemonte ha così licenziato la legge regionale 43/92. La normativa, in tema di azioni positive volte alla realizzazione di pari opportunità si propone l?eliminazione delle disparità di fatto, favorire la diversificazione delle scelte professionali delle donne e in particolare l?accesso al lavoro autonomo e alla formazione imprenditoriale, adiuvare l?equilibrio tra responsabilità famigliari e professionali con una migliore ripartizione dei compiti tra i sessi. La legge regionale 52/95, invece, promuove i diritti di cittadinanza, l?armonizzazione dei tempi della città e il coordinamento degli orari dei servizi pubblici e privati, il miglioramento dei servizi alla persona con un occhio di riguardo alla solidarietà sociale.
Il sistema prevede così una serie di figure garanti dei diritti alla parità e alle pari opportunità. A livello centrale sono previsti: la commissione nazionale per la parità e le pari opportunità, il ministro per le pari opportunità, e il dipartimento per le pari opportunità presso la presidenza del consiglio dei ministri. A livello regionale sono attivi: il comitato pari opportunità, la commissione regionale per le pari opportunità, la consigliera di parità regionale, la consulta delle elette del Piemonte, la consulta femminile regionale.
Per la promozione di azioni positive e per la lotta alle discriminazioni sul lavoro più vicine al territorio locale, esiste poi la consigliera provinciale di parità.
Tutte le consigliere sono collegate in rete, a livello nazionale.
A testimonianza della sensibilità delle Regione Piemonte per le pari opportunità, sono inoltre attivi nelle province piemontesi, gli sportelli per l?imprenditoria femminile, luoghi di accesso all?informazione, assistenza, tutoraggio gratuiti, per la creazione dell?impresa al femminile.
Se ancora siamo lontani da una piena affermazione di una parità sostanziale, oltre che formale, dato che le leggi in merito ci sono, non ci resta che continuare nell?impegno personale e di chi ci accompagna nella vita.
Uno sguardo di ammirazione va ai Paesi del Nord Europa ove la rappresentanza femminile negli organismi politici è alta, raggiungendo nei Parlamenti il 40-50%. La Svezia, nota per l?efficienza del proprio settore solidaristico, oltre a vantare un tasso di occupazione ben del 70%, a discapito di ogni pregiudizio per cui ?le donne che lavorano non fanno figli?, risponde con i fatti: il tasso di natalità è il più alto di Europa!

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