Volontariato
Scooperation: le notizie “in off” della cooperazione
La rubrica della Cooperazione Internazionale, ogni venerdì in versione esclusivamente online
di Paolo Manzo
Al via il Tg della Farnesina. E’ stato infatti annunciato dal…
… Servizio Stampa del ministero degli Esteri un progetto di comunicazione con la rete televisiva Class Cnbc, la tv digitale finanziaria globale in lingua italiana di Class Editori, con l’obiettivo di “far meglio conoscere al pubblico le molteplici attività e progetti promossi dalla Farnesina come gestore della vasta rete all’estero che conta 358 sedi”. Dalla Farnesina in un comunicato si spiegano anche i contenuti: “dall’impegno nelle Organizzazioni Internazionali ai rapporti bilaterali con i vari Paesi del mondo, dalla partecipazione ai principali eventi internazionali alla trattazione dei grandi temi del disarmo, dell’ambiente, dell’energia e della lotta al terrorismo; dalla diplomazia economica alla cultura; dalle iniziative di cooperazione allo sviluppo alla promozione dei diritti umani; dai temi migratori e sociali ai servizi offerti ai cittadini italiani”. Il progetto prevede la realizzazione di un ‘Notiziario della diplomazia italiana’ dal titolo ‘Esteri News’, trasmesso con cadenza settimanale, che va in onda ogni giovedì su Class CNBC e che sarà disponibile anche sul portale istituzionale della Farnesina, www.esteri.it.
Il rischio è che la macchina Farnesina-ONG si stia inceppando di nuovo?
?per motivi meramente burocratici. Il motivo dell’inceppamento? Un’azione della ragioneria, più correttamente l’ufficio centrale di bilancio, che ha bloccato i pagamenti dei saldi finali sui progetti delle ONG. Essendo questi dei progetti già chiusi e rendicontati si ripropone dunque la situazione per cui le ONG che vanno a credito con il Ministero degli Esteri (MAE) poi si espongono con le banche. Perché quei soldi sono già stati anticipati dalle stesse ONG. Questo problema sbloccato nel 2006-2007 rischia di riproporsi anche perché è oramai quasi certo che la convenzione scaduta lo scorso 31 marzo con Formez, una struttura contrattata dal MAE lo scorso anno e che aveva consentito l’espletamento delle pratiche sui rendiconti, non sarà rinnovata. Come mai? Per l’opposizione sindacale interna alla Farnesina, che non vuole siano presi collaboratori esterni e che, invece, vuole sia assunto del personale interno. In tempi di riduzione dei costi una battaglia sindacale di retroguardia, puramente ideologica. Insomma, interessa di più la salvaguardia del principio astratto che la soluzione concreta del problema. La convenzione con Formez era importante anche perché i suoi tecnici aiutavano oltre che a gestire le pratiche delle ONG anche a gestire i fondi delle ambasciate. Insomma, sia le ONG che quanto fatto all’estero dalla cooperazione italiana perde parecchia funzionalità? Il risultato finale è che l’azione della ragioneria e la fine della convenzione con Formez rischiano di portarci al dramma dei ritardi nelle erogazioni MAE degli anni scorsi…
Mercoledì 9 aprile l’Associazione ONG italiane ha avuto una riunione con Giuseppe Morabito, il vice alla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) di Alain Giorgio Maria Economides. Obiettivo discutere del rischio inceppamento. Ebbene, l?impressione di sintesi dopo l?incontro spiegano a Scooperation fonti bene informate è che stia capitando il peggio. L?aria è quella che si stiano aspettando i prossimi ?padroni del vapore?. Addirittura sono state messe in discussione le risorse per le ong del prossimo anno. Insomma, anche la burocrazia e la diplomazia della Farnesina sono entrate nell?ansia pre-elettorale che contraddistingue il paese tutto?
Chi legge Scooperation lo sa bene. In vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile?
? le organizzazioni del CINI – ActionAid, AMREF, Save the Children, Terre des hommes, VIS, WWF – avevano proposto a tutti i candidati premier e ai componenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato, un “Controsondaggio elettorale” sul futuro della cooperazione internazionale. Il CINI aveva inviato 50 questionari rivolgendo 10 domande precise e concrete su 3 nodi critici della cooperazione: la quantità delle risorse pubbliche per lo sviluppo, la qualità della cooperazione allo sviluppo e i suoi strumenti di gestione. A due giorni dal voto le risposte pervenute sono appena 13, una percentuale del 27% che non deve esaltare nessuno in merito all?interesse del mondo politico sul tema della cooperazione internazionale. Tra i 13 sensibili al tema tre aspiranti premier ? Fausto Bertinotti (Sinistra Arcobaleno, SA), Enrico Boselli (Partito Socialista, PS) e Walter Veltroni (Partito Democratico, PD) – e 10 altri candidati: Emma Bonino (PD), Rocco Buttiglione (UDC), Barbara Contini (Popolo delle Libertà, PDL), Roberto Della Seta (PD), Bruno Ferrante (PD), Pietro Marcenaro (PD), Ignazio Marino (PD), Alfredo Mantica (PDL), Sabina Siniscalchi (SA) e Jean-Léonard Touadi (Italia dei Valori). Ma cosa hanno detto i 13 che hanno risposto? Tra tutti è emersa unanimità d?intenti sulla necessità di aumentare le risorse pubbliche per l’aiuto pubblico allo sviluppo per raggiungere l’obiettivo europeo dello 0,51% del PIL entro il 2010; sulla necessità di perseguire la coerenza tra le politiche che hanno conseguenze sui paesi del sud del mondo; la gestione unificata di tutte le risorse che costituiscono l’APS (con 1 “non so” di Bonino) e sul sostegno al terzo settore attraverso l’istituzione di incentivi alla donazione dei privati. Divergenze, invece, sugli altri punti. Quali? Sull?indipendenza degli interventi di cooperazione dall’agenda commerciale e dalla politica di sicurezza (9 favorevoli – 2 contrari Buttiglione e Contini – 2 distinguo Bonino e Mantica); immediato slegamento dell’Aiuto (10 favorevoli, 2 contrari Buttiglione e Mantica e 1 risposta con riserva Bonino); la nomina di una figura di livello governativo con delega per la cooperazione che sieda in Consiglio dei Ministro (11 favorevoli, 1 contrario Boselli e 1 non so Bonino -auspicato ma poco compatibile con governo leggero); l’istituzione di un ente indipendente, unico responsabile dell’attuazione della politica di cooperazione (11 favorevoli, 1 contrario Bonino e 1 risposta con riserva Mantica) e il riconoscimento del ruolo istituzionale della società civile su questioni strategiche e d’indirizzo (12 favorevoli, 1 contrario Mantica).
Il G8 e le promesse da marinai. Al Summit di Tokio di aprile…
… gli 8 Grandi hanno affermato (per l’ennesima volta) la volontà di aumentare gli aiuti allo sviluppo di Paesi poveri e Africa. Il summit giapponese che ha visto come protagonisti Giappone, Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Canada e Russia, oltre ai cosiddetti ‘nuovi donatori’ (Sud Africa, Cina, Brasile, Corea del Sud, India, Indonesia, Malesia e Messico), si è chiuso con la conferma che ”ognuno dei Paesi del G8 si vincola a rafforzare l’assistenza alla cooperazione internazionale”. Obiettivi primari per combattere la povertà e avvicinarsi ai Millennium Goals ”sanità, istruzione e accesso all’acqua nei Paesi poveri”. Ce la faranno? Per ora di certo c’è che al vertice di Gleneagles del 2005 il G8 aveva deciso di portare da 80 miliardi di dollari del 2004 a 130 miliardi del 2009 i fondi per le nazioni più povere, ma proprio lo scorso 4 aprile l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha diffuso il rapporto sugli aiuti rimarcando che nel 2007 si è addirittura avuta una flessione dell’8,4% da parte delle risorse concesse dai 22 paesi ricchi, con cali rilevanti per Regno Unito, Francia e Giappone. ”Una vera delusione”, secondo il segretario generale dell’Ocse ed è difficile dargli torto.
La spagnola Telefonica ha aderito all’associazione Eubrasil…
… che promuove lo sviluppo dei rapporti economici e politici tra l’UE e il Brasile. ”Il sostegno e la partecipazione di Telefonica, che è un leader di primo piano nel settore strategico delle telecomunicazioni sia in Europa che in Brasile – ha dichiarato Luigi Gambardella, presidente di Eubrasil – è per noi di fondamentale importanza. L’obiettivo di Eubrasil è infatti lo sviluppo di solide relazioni di collaborazione bilaterale tra l’Unione europea e il Brasile. L’impegno di Telefonica nell’associazione – ha aggiunto Gambardella – aiuterà a raggiungere questi obiettivi e a valorizzare, in un momento di forte ripresa della cooperazione tra l’Europa e il Brasile, le forme originali di sviluppo che caratterizzano l’attuale fase di crescita economica del Paese latino americano”. Al di là degli slogan, la speranza tra la multinazionale del telefono e Bruxelles porti ad incrementare i progetti di cooperazione della UE in Brasile.
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