Famiglia

Guiderei un’inter senza fini di lucro

Un protagonista di Piazza Affari accoglie la tesi di Marco Vitale. «Ma sarà difficile tornare al non profit e vi spiego perché»

di Francesco Maggio

«Il professor Vitale ha ragione a proporre un ritorno a società di calcio senza fine di lucro. Ma è molto difficile che possa avvenire perché gli italiani dovrebbero metter mano al portafoglio per dar vita a forme di azionariato popolare, e non so quanto siano disposti a pagare per uno sport di cui finora hanno fruito quasi gratuitamente. Ma è anche vero che se il calcio deve rimanere business, che lo sia a quel punto a tutti gli effetti, con conti in ordine e reale propensione al profitto. Non è sostenibile un business il cui modello è un conto economico in perdita». è Vincenzo Manes che parla, il patron dell?Intek che, con il 30,5%, è anche azionista di maggioranza del patto di sindacato che controlla il gruppo Orlando. Manes abbina all?attività d?imprenditore e finanziere quella di filantropo con la Fondazione Dynamo, ma è anche un gran tifoso dell?Inter: «Gestirla sarebbe une delle cose che amerei di più al mondo», dice. E su ciò che sta accadendo ha le idee chiare. Vita: Perché giudica poco praticabile l?ipotesi di trasformare le società di calcio spa in società senza fine di lucro? Vincenzo Manes: Perché ormai la cultura ?ambientale? è quella del tutto subito e gratis. I tifosi di calcio oggi pagano al massimo il biglietto dello stadio o l?abbonamento a Sky. Non sono culturalmente preparati all?idea di diventare soci di un football club, dovrebbe cambiare il business model, meno diritti televisivi, più azionariato popolare. E poi c?è un altro scoglio difficilissimo da superare. Vita: Quale? Manes: Ammesso che si riesca a dar vita a una fondazione che controlli una squadra di calcio, rimane il problema dell?accountability. è sempre molto difficile, direi arduo, andare a guardare dentro i conti di una società di calcio, le valutazioni dei calciatori comportano l?analisi di molteplici parametri ?intangibili? non facilmente quantificabili. Vita: Beh, anche con le società quotate le cose non è che andassero meglio, anzi?. Manes: è vero. Ma la Borsa è il male minore, il grande errore è stato quello di rendere le società di calcio a scopo di lucro. Comunque, proprio per le difficoltà appena sottolineate, ritengo che si debba cambiare radicalmente un modello di business che ha come regola il deficit di bilancio. Vita: è favorevole all?introduzione del salary cap per calmierare gli stipendi dei calciatori? Manes: Assolutamente sì, anche se un simile intervento comporterebbe l?alto rischio che poi i club esteri, si pensi al Chelsea o al Real Madrid, vengano a ?scipparci? i migliori calciatori a suon di milioni di euro. Vita: Ritiene salutare la ?scossa? di queste settimane? Manes: Dipende dai risultati che si avranno. Adesso c?è ancora troppa polvere in giro. Vita: E i super pagati calciatori, sono ancora testimonial pubblicitari credibili? Manes: Non so rispondere con precisione. Mi limito a constatare che in questo momento tutto il calcio è visto molto male. Anche mia figlia di sette anni mi ha chiesto se la Juventus andrà in serie B e cosa vuol dire comprare gli arbitri. Capito che roba?


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