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Cooperazione al Verde

Il governo non riesce a far passare la sua proposta di riforma, mentre il partito di Manconi lancia l’idea: meno potere alla Farnesina e più responsabilità al Consiglio dei ministri

di Redazione

Cooperazione allo sviluppo: arriva anche la proposta di riforma dei Verdi. Mentre il governo non si decide a presentare il suo progetto, cresce il numero di quelli parlamentari. Forse è giunto il momento di discutere in Aula, senza più aspettare l?esecutivo. La pensa così Stefano Boco, senatore verde e vice presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama, primo firmatario della proposta presentata la scorsa settimana.

Un progetto appoggiato da parlamentari del Ppi, della Sinistra democratica, di Forza Italia, di An, dei Cristiano-democratici e del Gruppo misto. In sintesi, i Verdi vogliono separare il ruolo politico, di gestione, da quello di controllo. Così, secondo una linea già seguita nei disegni di legge di altre parti politiche, al ministro degli Esteri spetterebbe solo la prima formulazione delle politiche della cooperazione, mentre la funzione di indirizzo dovrebbe essere espressa dal Consiglio dei ministri nel suo insieme, sotto la responsabilità del presidente del Consiglio. Meno potere alla Farnesina, insomma, motivato dal fatto che per i Verdi la cooperazione non può essere strumento di pressione internazionale.

Un secco ?no?, dunque, ad aiuti asserviti alle fredde logiche di promozione commerciale o a interventi militari e di polizia, anche se definiti umanitari e decisi in ambito internazionale? «Al contrario», sostengono i firmatari del disegno di legge. «La cooperazione internazionale deve essere uno strumento di sviluppo, di democrazia e di pace. Una seria politica di cooperazione deve basarsi sul coordinamento delle responsabilità governative che vi confluiscono».
Il disegno di legge prevede anche la creazione di una commissione permanente di vigilanza, con una propria unità tecnica, che disponga del tempo e delle competenze necessari per guidare la cooperazione italiana allo sviluppo. «Non si può credere», prosegue Boco, «che altrimenti la situazione possa migliorare, visto che finora le commissioni Esteri dei rami del parlamento non hanno assolto il compito». Altra proposta lanciata dai Verdi è quella della creazione di un Fondo nazionale per l?aiuto pubblico allo sviluppo, da ricostituirsi ogni 5 anni, che possa promuovere anche la ?finanza etica? per riunire le risorse disperse in molti capitoli del bilancio dello Stato. Ogni 3 anni è prevista una Conferenza nazionale, per il confronto fra volontariato e responsabili delle istituzioni, per verificare gli indirizzi e quanto realizzato.

La campagna
Promotore: Gruppo parlamentare Verdi-l?Ulivo
L?obiettivo: Ottenere la riforma della cooperazione italiana allo sviluppo entro la fine dell?anno, superando la legge 49 dell?87 in vigore attualmente
?Sponsor?: Il disegno di legge dei Verdi è stato sottoscritto da Partito popolare, Sinistra democratica, Forza Italia, Ccd, Alleanza nazionale, Gruppo Misto
Adesioni: Inviare un fax a ?Vita?, 02/795167

L’opinione: legge entro il ’97
L?Italia deve tornare a interessarsi per forza, e bene, di cooperazione allo sviluppo, visto che è ormai ineludibile il rapporto di dipendenza che c?è fra tutti i viventi. La stessa esperienza dei Verdi testimonia proprio questo: che è indispensabile ricercare l?equilibrio fra gli uomini. Tuttavia la cooperazione non può essere l?unica risposta alle diseguaglianze fra i popoli ma, sicuramente, è condizione necessaria per migliorare il mondo. In Italia, siamo alle soglie di una vera discussione per la riforma perché, con questa proposta di legge dei Verdi, tutte le forze della maggioranza sono ora firmatarie o cofirmatarie di un disegno di legge in materia di cooperazione. A questo punto, non è nemmeno più necessario che il governo ne presenti una sua. Dopo l?estate, come vicepresidente della commissione Esteri, chiederò al presidente del Senato, Nicola Mancino, di aprire la discussione sui disegni di legge di iniziativa parlamentare già presentati in questo periodo. Non è davvero possibile tollerare l?idea che, il prossimo dicembre, quando i processi per la malacooperazione avranno finalmente inizio, la struttura della nostra cooperazione sia ancora completamente invariata.
Stefano Boco, senatore, gruppo Verdi-l?Ulivo

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