Cure palliative precoci in onco-ematologia

Se inserite prontamente nel percorso terapeutico, possono ridurre i sintomi fisici, aumentare la consapevolezza della prognosi di malattia e degli obiettivi di cure, riducendo l’accanimento terapeutico. Dopotutto, sono un diritto riconosciuto di cui sempre più persone hanno e avranno bisogno

di Redazione

Le cure palliative precoci e simultanee consistono in un innovativo modello terapeutico-assistenziale da inserire nel percorso terapeutico oncologico standard entro due mesi dalla diagnosi di fase avanzata della malattia. Ne hanno parlato ematologi, oncologi, palliativisti, biologi, infermieri, psicologi e associazioni dei pazienti all’evento “Le cure palliative precoci in emato-oncologia: la nuova risposta ai bisogni di pazienti e caregivers” di Fondazione Gimema – Franco Mandelli Onlus, organizzato con il patrocinio di società scientifiche e associazioni tra cui Ail Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma. Le cure palliative hanno infatti enorme importanza anche nell’ottica nell’ottica della relazione medico-paziente e del coinvolgimento del paziente nelle scelte terapeutiche. Secondo le stime nel nostro Paese almeno 150.000-180.000 pazienti affetti da tumore ogni anno hanno bisogno di cure palliative ed è probabile che questa domanda subirà un progressivo incremento.

«Le cure palliative sono una componente fondamentale del Servizio Sanitario Nazionale, una risposta essenziale e riconosciuta nell’ambito della riforma della copertura sanitaria universale, in quanto cure efficaci anche nel processo di sollievo del dolore e della sofferenza in chi convive con una patologia neoplastica» dichiara Mario Luppi dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. «Sono diverse le evidenze in letteratura scientifica che dimostrano come l’integrazione precoce delle cure palliative determini un significativo miglioramento non solo della qualità della vita ma anche dell’aspettativa di vita nei pazienti con malattia tumorale avanzata. In uno studio condotto su oltre 200 pazienti affetti da leucemia acuta, a Modena, l’intervento di Epc (le cosiddette Early Palliative Care) ha dimostrato di ridurre i sintomi fisici, di aumentare la consapevolezza della prognosi di malattia e degli obiettivi di cure, riducendo l’accanimento terapeutico. Nonostante i benefici, emerge dai dati di real life che nella pratica clinica quotidiana il ricorso a questo servizio è tuttavia ancora molto tardivo. Di qui la necessità di implementare programmi di formazione in cure palliative per gli specialisti ematologi-oncologi».

Le finalità delle cure palliative precoci e simultanee sono la presa in carico globale del malato, del caregiver e della famiglia; il trattamento di tutti i sintomi, compreso il dolore; l’accompagnamento del vissuto psicologico e spirituale del paziente durante le fasi più avanzate di malattia. Le tecnologie digitali, come la piattaforma Alliance avviata da Fondazione GIMEMA nel 2021 e attiva 24 ore su 24, che garantisce il monitoraggio clinico a distanza e una comunicazione tempestiva e sicura tra medico e paziente, possono essere di grande supporto alla rete di cure palliative nel nostro Paese.

Il Convegno è stato anche l’occasione per presentare alla comunità scientifica nazionale e internazionale, “L’Attenzione e la Grazia. Esperienze di comunicazione nelle cure palliative precoci in oncologia ed ematologia”, opera in vendita online che raccoglie in formato video le interviste di dieci familiari di pazienti oncologici ed ematologici, seguiti nell’innovativo modello della EPC (Early Palliative Care), e relativi approfondimenti.

Photo by National Cancer Institute on Unsplash

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