Cultura

Condividere la trama della vita

Quando la parola è schiava, tutto è schiavo. Ed è così, in questa marcia verso il niente, che ai nostri mondi sono state consegnate false mappe – altro che aprire strade! - per territori che ora ci troviamo a attraversare come se fossero terre incognite. Il nuovo libro di Johnny Dotti, Con:dividere

di Marco Dotti

«Fai strada ai poveri, senza farti strada», insegnava don Lorenzo Milani. Oggi, oltre che con la povertà, è con un clima di miseria – spirituale, quindi intellettuale – che dobbiamo fare i conti. E far strada, senza farsi strada, sembra un’opzione non contemplata dalla logica di un sistema imperniato sull’ego e su un approccio fuorviante e falso del condividere. Un sistema che ha trasformato il racconto in uno storytellingpersuasivo ed elusivo, la condivisione in sharing, le differenze indiversity e via camminando verso il nulla.

Quando la parola è schiava, tutto è schiavo. Ed è così, in questa marcia verso il niente, che ai nostri mondi sono state consegnate false mappe – altro che aprire strade! – per territori che ora ci troviamo a attraversare come se fossero terre incognite. Il nuovo libro di Johnny Dotti, Con:dividere (Luca Sossella editore, Roma 2018, pagine 194, euro 15).


ha una scansione cronologica e diacronica: raccoglie interventi che, senza la pretesa dell’esaustività, passo dopo passo, ci fanno capire come un’altra mappa – e, quindi, un’altra strada – sia non solo possibile, ma urgente e necessaria.

Si va dal primo intervento del 1995, dedicato al “Valore del raccontare” fino a quello del 2015, “Namasté: servire il divino che è in te”. Interventi attualizzati – se mai ce n’era bisogno – da importanti inserti grafici, numeri, dati, ma soprattutto: parole chiave. Quelle parole che, nonostante tutto, raccolgono ancora nel loro nucleo più intimo quel residuo di verità al quale dobbiamo affidarci, per continuare a sperare. E per far strada, senza farci strada. Lavoro, volontariato, reciprocità, mutualismo, fraternità, impegno, disincanto, etica, discontinuità: sono tante le parole che attraversano questo lavoro.

Tracciano una trama fatta di racconti fondati su esperienze concrete, rasoterra, letteralmente umili: dalla fondazione di una cooperativa sociale, all’incontro con nuovi cooperanti, dalle sfide dell’integrazione a quelle della – vera – condivisione territoriale. Dotti racconta e nel racconto si percepisce la sottile tramatura del reale. «Questo sappiamo: tutte le cose sono legate, l’uomo non tesse la trama della vita – racconta il fisico Fritijof Capra, citato da Dotti –, in essa egli è soltanto un filo. Qualsiasi cosa fa alla trama, l’uomo lo fa a se stesso».

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