Cultura
La signora Palazzo precisa, Goitom attende laiuto
Scrive la signora Palazzo per una precisazione a proposito della lettera apparsa su Vita 26
di Redazione
La dottoressa Palazzo, a proposito di una lettera a sua firma apparsa sul n.26 ci invia una serie di precisazioni.
«La lettera apparsa su ?Vita? il 26 giugno scorso è stata firmata dalla sottoscritta pur non avendo io indirizzato lettere al settimanale.
Non ho mai risieduto ad Ivrea né lavorato alla Olivetti. Non ho 68 anni ma ormai 73. Non faccio il medico ?là dove capita? in Eritrea, bensì in una zona precisa, il Gash-Barka, assegnatami dal Ministry of Health con un incarico governativo. Non ho mai avuto una suora come fedele compagna. Il tragico episodio confusamente riferito nella lettera si riferisce a un giovane di 24 anni di nome Goitom conosciuto ad Asmara nel 1997 e mutilato all?epoca di Menghistu. L?unica cosa esatta e tristissima contenuta nella lettera è che Goitom manca delle braccia e che io mi sono assunta l?impegno di procurargli una migliore qualità della vita. Per questo ho chiesto all?ingegner Rinaldo Sacchetti responsabile dell?Inail di Budrio un preventivo per la protesizzazione. Solo a questo scopo ho attivato una raccolta fondi, già arrivata a quota 10 milioni, attraverso il conto corrente, da voi precisamente indicato, cioé il n. 4950, Banca Nazionale del Lavoro, Milano, agenzia 21, intestato alla sottoscritta con causale ?Progetto infanzia Eritrea per Goitom. Distinti saluti.
Anna Maria Palazzo
Risponde la redazione: Una cosa è certa, la dottoressa Anna Maria Palazzo pur avendo un brutto carattere non ha certo problemi a nascondere l?età e questo la rende molto simpatica. Riguardo alla lettera a sua firma ma a sua insaputa è stata una scelta redazionale. Di fronte all?appello pervenutoci dal dottor Andrea Santagostino che ci ha pregato di lanciare sul nostro settimanale un appello a favore della signora Palazzo e in particolare per Goitom, ci è sembrato più efficace formulare l?appello in prima persona. Ci spiace per le imprecisioni contenute in quella lettera, di cui però non siamo responsabili, e speriamo di porvi rimedio con questa precisazione. Quel che più conta è che la sostanza della lettera era esatta ed è quindi quest?appello che rilanciamo.
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