Welfare

Ogm, il 99% delle coltivazioni è in quattro Paesi

La Cina si conferma uno dei maggiori produttori. E intanto in Italia l'ennesimo sondaggio ribadisce: siamo molto diffidenti

di Gabriella Meroni

L’area totale di piantagioni transgeniche stimata per il 2000 e’ stata di 44.2 milioni di ettari, coltivati in 13 paesi. Il 99% di questi ettari si trova in quattro paesi (USA, Argentina, Canada, Cina). La soia occupa 25.8 milioni di ettari, il mais occupa il secondo posto con 10.3 milioni di ettari, segue il cotone GM con 5.3 milioni di ettari e la canola con 2.8 millioni di ha. Il 74% e’ tollerante agli erbicidi, il 19% sono piantagioni BT, il restante 7% e’ sia tollerante a erbicidi che resistente a insetti. Intanto gli italiani si confermano un popolo “allergico” al biotech: il 42% degli italiani infatti non ha nessuna intenzione di mangiare in futuro cibi geneticamente modificati, scelta che farebbe solo il 22%. Secondo un’indagine dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione su 1000 consumatori, le piu’ agguerrite oppositrici sono le donne, ma l’atteggiamento e’ generalmente contrario. Lo studio, presentato alla Conferenza nazionale per l’educazione alimentare della Fao, conferma che per gli italiani i prodotti geneticamente modificati sono un’incognita. Il 54% degli intervistati non sa se facciamo bene o male e il 40% afferma che sia un male mangiarli. Sulle possibili conseguenze dell’uso dell’ingegneria genetica nella produzione alimentare, la maggior parte ha risposto che questo impiego permettera’ di ottenere raccolti piu’ abbondanti, ridurre l’inquinamento ambientale e coltivare piante in ambienti ostili, ma potra’ trasmettere alle erbacce circostanti la resistenza ai pesticidi, contribuire all’estinzione delle varieta’ tradizionali e portare nuove allergie.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA